100 anni della Signora Elisabetta Magro Vedova dell’Invalido di Guerra Giuseppe Maio

18 Luglio 2024, pubblicato da

L’ANMIG di Reggio Calabria ha celebrato i 100 anni compiuti dalla Signora Elisabetta Magro, vedova dell’Invalido di Guerra Giuseppe Maio.

Una nutrita delegazione si è recata a casa della Signora Elisabetta la quale, lucidissima, molto aperta ed espansiva, con simpatia ed emozione,  ha brindato ai suoi 100 anni, lieta di tenere viva la memoria del marito Invalido di Guerra e rilevante figura morale e dell’Anmig scomparso nel 2009.

Giuseppe Maio, nato il 14 settembre 1914 a Monterosso Calabro, paese sulle pendici tirreniche dell’Appennino Calabrese, durante la guerra fu protagonista degli eventi bellici in Kenya, avvenimenti che videro, a partire dall’estate del 1940, oltre 75.000 militari italiani rinchiusi nei campi di concentramento presenti nello stato africano.  

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale infatti  i possedimenti coloniali italiani in Africa diventarono teatro di sanguinosi scontri e Giuseppe Maio, che nel 1934 aveva, assecondando la sua immensa passione per la musica, vinto un posto di flicorno sopranino  solista nella banda musicale del presidio militare di Palermo e poi aveva  fatto parte della Banda Musicale del corpo di Polizia Italiana Coloniale a Roma, dal 1939 si trovava proprio in quei luoghi per una tournée artistica.

L’ottimo curriculum gli aveva consentito di cominciare la sua avventura di  musicista e di militare nella PAI (Polizia dell’Africa Italiana) ma, quando il sole tramontò definitivamente sulle colonie italiane in Africa Orientale, Giuseppe, numerosi militari e diversi funzionari furono fatti prigionieri e smistati nei campi di prigionia britannici. Per lui comincia una lunga odissea nei campi di prigionia: come altre migliaia di connazionali, sarà rinchiuso soprattutto nel campo POW (Prisoners of War) a Eldoret in Kenia a 320 chilometri da Nairobi, per ben sei anni.

Per fortuna la musica continuò a dargli speranza e ragione di vita, consentendogli, tra l’altro, anche di comporre brani molto belli e di dirigere piccole orchestre e scholae cantorum, momenti che davano respiro al suo cuore oppresso dallo sconforto e dalle sofferenze; durante questo difficilissimo periodo venne altresì apprezzato per le sue qualità umane e per le non comuni capacità organizzative.

Nel corso dei trasferimenti in altri campi di prigionia, furono la sua indole e soprattutto la sua fede che gli vennero in aiuto, sempre presenti nel cuore ad instillargli la speranza. Studiò lingue, frequentò a Burguret un corso di laboratorio chimico e fu abilitato a fare analisi di laboratorio e nel campo di Ndarugu fece il laboratorista nell’ospedale di campo.

Furono anni faticosi e pesanti senza contatti con la madrepatria ma, quando arrivò il momento in cui progressivamente i prigionieri cominciavano a venire rimpatriati, anche per Giuseppe, nel dicembre del 1946, ci fu finalmente il tanto agognato rientro nella sua amata Calabria.

La casa, la famiglia e la pace lo attendevano, dopo gli anni crudeli e bui della guerra. Da quel momento ricominciò la nuova vita di Giuseppe che intraprese la scuola di allievo ufficiale di Polizia che lo porterà ad una carriera in cui vedrà i suoi sacrifici ricompensati, arrivando al grado di Generale.

Una vita ricca di scenari e di racconti avventurosi che egli rammentò e descrisse in un suo libro autobiografico, pieno di luoghi e persone e di pensieri che andavano dai paesi distrutti, con tanti lutti impossibili da elaborare, alla società traumatizzata, con i tanti parenti e amici lontani e colmo di episodi che accompagnarono un periodo così determinante della sua esistenza.

Un’esistenza arricchita dalla sua famiglia, composta da quattro figli e numerosi nipoti, realizzata insieme con la sua sposa Elisabetta che oggi, alla bella età di 100 anni, ha sempre con sé valori inestimabili come l’amore e il rispetto per gli altri, faro di memoria e storia per le generazioni future.

Anche l’ANMIG di Reggio Calabria ha voluto festeggiare il compleanno di nonna Elisabetta, omaggiandola con fiori e con una targa celebrativa, simbolo della memoria individuale del suo cuore pulsante all’interno del nucleo familiare, ma anche di un’eredità importante per la nostra storica Associazione, ricca di un passato che non va dimenticato, di valori, di speranza, fede e amore.

(pubblicato su: https://anmigreggiocalabria.wordpress.com/2024/07/15/100-anni-della-signora-elisabetta-magro-vedova-dellinvalido-di-guerra-giuseppe-maio/)