29 aprile 1917 – 29 aprile 2017
I cento anni dell’Anmig celebrati a Milano, luogo in cui nacque il Sodalizio dall’unione dei primi reduci della Grande Guerra.
Lo scorso sabato 29 aprile la sede milanese ha ospitato il primo evento celebrativo per il centenario della fondazione dell’Anmig. Un evento di profilo istituzionale che ha riportato i vertici nazionali dell’Associazione nella città in cui è partita la storia del sodalizio. All’iniziativa hanno partecipato Domenico Rossi, Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, la dott.ssa Anna Pavone, Capo Gabinetto Prefettura Milano, la dott.ssa Sara Valmaggi, Vice Presidente Consiglio Regionale Lombardia, il dott. Marco Granelli, Assessore Comune di Milano, il dott. Roberto Alfonso, Procuratore Generale presso il Tribunale di Milano il dott. Ciro Cascone, Procuratore della Repubblica presso Tribunale Minorenni di Milano; il dott. Gaetano Vallefuoco, C.te Prov.le VV.FF. Tra le autorità militari: il Gen. C.A. Roberto Perretti, C.te C.A. Reazione Rapida della Nato di Solbiate Olona, il Col. Mauro Arnò, C.te Centro Documentale di Milano; il Col. Canio Giuseppe La Gala, C.te Prov.le CC Milano, e ancora il Col. Roberto Frison, C.do 1^ Regione Aerea, il Ten. Col. Giovannino De Giorgi, della Scuola Militare “Teuliè”, il 1° M.llo Balzano ed il Gen.B. Cittadella. Li accompagnava una rappresentanza delle Crocerossine.
Nel corso dell’incontro il Presidente Betti ha ripercorso eventi e cifre della fase costitutiva dell’Anmig e le attività di oggi, evidenziando il tratto comune del secolo trascorso, ovvero l’aver mantenuto il «percorso ideale fatto di assoluto rigore morale, contrassegnato da una tenace e costante lotta nella difesa della Pace, nella libertà e nella giustizia sociale». Nel proprio intervento il Presidente Nazionale, il primo scelto tra gli eredi dei mutilati e invalidi di guerra, ha voluto celebrare il centesimo anniversario della costituzione dell’Anmig presentando le parole di Dante Dall’Ara, primo Presidente Nazionale dell’Associazione, pronunciate a Roma in occasione del congresso fondativo del marzo 1918.
Nella Sala Giulio Cesare del Campidoglio Dall’Ara sottolineò l’orgoglio di aver servito la patria e dichiarò che mutilati e invalidi non erano “una schiera crucciosa di veterani, raccolti a postulare premi o privilegi”. «Ci ha riuniti qui il desiderio di bene; rappresentiamo sopra tutto i più umili e oscuri, dispersi nelle campagne e bisognosi della nostra solidarietà; e occupandoci dei nostri diritti e interessi collettivi, sentiamo di adempiere un dovere di cittadini, perché vogliamo essere meno che sia possibile un peso morto per il domani, e domandiamo che la capacità residuale di lavoro e tutte le nostre energie, passate attraverso il crogiuolo della guerra, siano utilizzate nel miglior modo possibile, per la nostra dignità, per la nostra fierezza, per il bene del Paese».
E il Presidente Betti ha anche sottolineato come la Prima Guerra Mondiale, che portò alla costituzione dell’Anmig, sia stata solo un capitolo dei conflitti del Novecento. Dopo una ventina di anni la società mondiale tornò ad affrontarsi in un conflitto armato senza precedenti con nuovi lutti, mutilazioni e invalidità. «Con la Seconda Guerra Mondiale la nostra famiglia, nata nel sangue e dalle sofferenze che la guerra produce, ha visto crescere spaventosamente il numero dei propri soci e il testimone è passato dai padri ai figli, facendo così rivivere le angosce e i patimenti vissuti dalle nostre famiglie come era avvenuto in conseguenza della Prima Guerra Mondiale. Un secolo di vita che i drammi della guerra ci hanno insegnato a non ripetere. Oggi c’è da lottare per difendere e migliorare “questa nostra Patria Europa”, come la chiamava Alcide De Gasperi».
Nella chiusura della cerimonia milanese Betti ha guardato al futuro: «Da qualche anno, grazie alla Fondazione, l’Associazione si è ringiovanita, ha trovato una nuova spinta propulsiva che le permette di esprimersi a tutto campo sulle vicende che rappresentano i nuovi bisogni, con un interesse per il lavoro e per i nostri giovani, con più attenzione alle fasce sociali più deboli e per una politica meno gridata e più orientata al raggiungimento di obiettivi comuni. Siamo una realtà importante, ce lo riconoscono lo Stato e il Paese. Occorre, in perfetta armonia con le Associazioni consorelle, realizzare quel sogno che nell’Appello del IV Novembre 1918 i nostri padri, i nostri nonni seppero vergare e i cui principi furono poi racchiusi nel 1948 nella nostra Carta Costituzionale».
Questi i discorsi del Presidente Nazionale Claudio Betti e del Presidente Nazionale Onorario Bernardo Traversaro.