La Casa del Mutilato di Modena nella Mappa delle Architetture del ‘900 della città

22 Gennaio 2021, pubblicato da

Nell’Atlante web delle Architetture del ‘900 di Modena (https://mappaarchitettura900.comune.modena.it/) è descritta la Casa del Mutilato (ANMIG). Il sito visualizza e rende accessibili in rete i contenuti del corrispettivo Atlante cartaceo pubblicato nel volume “Città e architetture – Il Novecento a Modena“, edito nel 2012 da Franco Cosimo Panini e dal Comune di Modena, e principale prodotto del Progetto biennale “Città e architetture a Modena nel Novecento”

Dalla descrizione nell’Atlante:

(…)

“Demolito nel 1924 l’ex Stabilimento Balneario, l’Amministrazione comunale, proprietaria del terreno, procede a una generale riconfigurazione urbana dell’area. La Cooperativa Pro Casa acquista il terreno e presenta un progetto che, oltre al prolungamento di via G. M. Barbieri e la copertura del canale di San Pietro, prevede l’edificazione di 17 villini di diverse dimensioni e di un complesso ad appartamenti. Il progetto sarà realizzato solo in parte, a causa di una serie di contenziosi sorti con l’amministrazione. Sappiamo tuttavia che nel 1931 venne richiesta l’abitabilità per le prime 12 ville, anche se il progetto rimase incompleto: non vennero edificati i villini previsti nel secondo isolato, più arretrato rispetto a viale Muratori, che si sarebbe creato con il prolungamento di via G. M. Barbieri, e non fu realizzato il palazzo ad appartamenti collocato in posizione centrale.

(…)

Negli anni fra il 1932 e il 1935, proprio al posto del complesso ad appartamenti, venne eretta, in questo caso per iniziativa dell’amministrazione podestarile che aveva acquisito il lotto, la Casa del Mutilato, su progetto di Cesare Abbati Marescotti, ingegnere e presidnete dell’ANMIG Modena. Rispetto al fabbricato centrale proposto inizialmente dalla Pro Casa, il nuovo edificio, destinato alle associazioni combattentistiche, è un austero e stereometrico volume, senza alcun elemento decorativo e bucato da semplici finestre disposte simmetricamente, in linea con i dettami ormai imperanti dell’“architettura littoria”. Planimetricamente esso è il risultato di due piante centrali innestate l’una nell’altra, mentre dominano la facciata principale diversi elementi iconografici tipici del regime, come i due stilizzati e imponenti fasci littori posti simmetricamente ai lati dell’ingresso. Insieme a una diversa cromia degli intonaci, l’eliminazione dei due fasci fa parte di una serie di interventi intrapresi nel dopoguerra che hanno parzialmente alterato l’originario carattere dell’edificio.”  Nelle immagini allegate:

Il volume “Città e architetture – Il Novecento a Modena“,

Il Progetto del 1931( Archivio della sezione Modenese)

La Casa del Mutilato in una foto degli anni ’40 (Archivio iconografico della sezione Modenese)

Una istantanea della mappa.

Casa del Mutilato
Stradario: viale Ludovico Antonio Muratori 201
Anno: 1930-1935
Progettazione: Cesare Abbati Marescotti