PAROLE DI PACE

3 Novembre 2023, pubblicato da

Pubblichiamo, con aggiornamento periodico, le belle e numerose parole di Pace che vengono condivise in occasione delle nostre assemblee sezionali

Biella 

“Considerato il momento tragico per le guerre attualmente in atto, l’Anmig risulta essere ancora un punto di riferimento storico e culturale per non dimenticare tutti coloro che per la libertà hanno immolato la vita”.

Presidente Franco Mangiatordi


Modena 

“Dunque c’è ancora bisogno, ora più che mai, di alzare il livello del dibattito per sostenere la pace, la libertà e la democrazia, come invoca il motto del nostro ultimo Congresso”.

Presidente Adriano Zavatti


Fossombrone 

“Purtroppo in questi mesi il cancro della guerra ha continuato a portare infiniti dolori all’umanità. È sconfortante constatare che la follia umana sembra aver rotto gli argini. Alla terribile guerra europea in Ucraina si è aggiunta la strage infame contro innocenti civili perpetrata dai terroristi di Hamas e la risposta, pesantissima, dello Stato ebraico. La storia sembra non servire a nulla, l’uomo testardamente non vuole imparare, l’odio non finisce mai e, Dio non voglia, il vento gelido della guerra potrebbe approssimarsi anche alla nostra Italia.

La parola pace è sulla bocca di tutti ma al di là di inutili manifestazioni fatte soprattutto per tacitare la coscienza, ben poco si fa in concreto per allontanare la minaccia.

In questo quadro desolante, ognuno di noi si pone la domanda: “Cosa posso fare io per la pace? Cosa può fare la nostra associazione per la pace?

La nostra è chiamata l’associazione del dolore e del sacrificio perché ha raccolto e raccoglie il segno tangibile degli orrori della guerra: i mutilati e gli invalidi. Per questo le spetta il 1° posto tra le associazioni combattentistiche e d’arma e anche per questo sento forte l’obbligo morale di essere sempre più presenti in mezzo al nostro popolo, soprattutto per testimoniare quanto sia orrida la guerra e non un videogioco da guardare alla TV al calduccio delle nostre case.

Se da un lato si teme la guerra, dall’altro, essendo mancati coloro che l’anno patita sulle proprie carni, se ne smarrisce l’orrore più profondo, distruzione e morte sembrano lontane.

Per questo ho bisogno di idee, di consigli, di partecipazione, affinché tutto ciò possa tradursi in iniziative, fatti concreti, programmi, attività, considerando obbiettivo primario il mondo giovanile perché il contributo della nostra associazione possa essere fedele al suo statuto. Chiedo insomma l’aiuto di tutti affinché si possa rispondere senza arrossire alla domanda che un giorno potranno farci i nostri nipoti: cosa hai fatto tu per la pace?

Viva la nostra associazione, viva l’Italia”.

Presidente Luigi Chiaravelli


Domodossola 

“In questi ultimi anni le immagini di guerre, in luoghi non troppo distanti da noi, ci proiettano su campi di battaglia, in città bombardate, in ospedali improvvisati ed allora capiamo il dolore e la sofferenza dei nostri nonni e dei nostri padri. Cerchiamo di operare per mantenere la pace e la libertà e diciamo a gran voce “Mai più guerre!”. (…) Con la nostra presenza dobbiamo trasmettere il messaggio di pace che i nostri padri ci hanno lasciato come testimone, trasmettere ai giovani i valori della pace, della libertà e della fratellanza perché l’ANMIG non è una sigla ma è un progetto ed un impegno di vita”.

Presidente Antonia Morabito


Fabriano 

“Sento l’obbligo di trattare in questa occasione la situazione mondiale con i sanguinosi conflitti in atto. La nostra Associazione è stata sempre per la pace, la libertà, la democrazia ed il rispetto degli altri. Non possiamo accettare la quotidiana lotta per la sopravvivenza degli abitanti di troppe città stretti nella morsa degli eserciti. Ciò ci invita a riflettere su cosa significhi mantenere la dignità di fronte all’orrore della guerra e della fame”.

Presidente Piero Ippoliti


Sondrio

“La guerra, che è sempre sembrata una faccenda lontana sia geograficamente che storicamente, oggi l’abbiamo a pochi passi e questo ci fa capire come la conoscenza del dramma che hanno dovuto subire i nostri padri, non è inutile, non è un esercizio sterile di qualche nostalgico, è un’attività che deve essere sempre più potenziata e valorizzata perché possa essere un monito per chi è oggi ancora giovane e che ha nelle sue mani la possibilità di cambiare il futuro”.

 Presidente Marco Cattone


Lecco 

“La nostra Associazione ha pieno titolo per rinnovare un grande appello al cessate il fuoco ed invitare le istituzioni, nazionale ed internazionali, ad esperire ogni tentativo diplomatico alla ricerca di una pace giusta e duratura e non limitarsi a fornire armi e sostegno alla parte aggredita. Lo chiediamo con forza, sostenuti in questo dal fatto di rappresentare la memoria di tanti uomini – soldati italiani e nostri parenti, genitori, nonni – che hanno versato il loro sangue ubbidendo alla chiamata della Patria.

Ma quello che va valutato con attenzione è anche, a nostro parere, il fatto che, una volta auspicabilmente deposte le armi, sarà necessario iniziare una difficile fase di ricostruzione.

Mentre gli edifici, oggi scheletrici simboli di una folle rovina, si possono ricostruire in tempi rapidi – pensiamo a quello che si è fatto in Europa, compresa l’Italia, alla fine delle distruzioni causate dalla Seconda Guerra Mondiale – c’è una ferita che resta aperta per sempre, come testimonia l’esistenza della nostra Associazione.

Le ferite, le malattie, i traumi generati dalla guerra non si cancellano né si riparano rapidamente come gli edifici. Le centinaia di migliaia di croci nei cimiteri di guerra sono immagini che non si dimenticano e non si possono dimenticare.

Noi che siamo i figli, i nipoti, i familiari di persone provate dalla guerra, mutilati ed invalidi, conosciamo bene le loro sofferenze e quelle sopportate dai loro familiari, sofferenze che sono durate per tutta la vita. Il fatto che, anche grazie all’assidua assistenza svolta negli anni dalla nostra associazione, molti traumi siano stati sanati, molte sofferenze accompagnate e condivise, non ci può mai far dimenticare che la guerra è una ferita all’intero corpo sociale. Sia dunque fatta la pace! Rinnoviamo il grido che viene dalla storia e dalla sofferenza che l’ANMIG rappresenta”.

Presidente Giovanni Mauri


Prato 

“La prigionia dei soldati italiani nei lager della Germania nazista costituisce un nodo di eventi ed episodi orribili avvenuti nel secondo conflitto mondiale, al quale ha partecipato parte dei nostri soci ex combattenti e reduci nonché mutilati ed invalidi. Questi nostri fratelli, seppur con ritrosia e sofferenza, hanno a volte testimoniato le loro esperienze belliche accompagnate da una tormentata prigionia e si sono sempre impegnati a tramandare alle generazioni più giovani, che per loro fortuna non hanno mai vissuto la guerra in prima persona, il monito e l’insegnamento per il futuro, con un ammonimento che è sintetizzato in una frase: “Mai più dovrà accadere!”.

Con questa frase vogliamo ribadire che la memoria, che spesso rischia di essere svalutata e alterata, non deve essere cancellata, in quanto è il filo che ci lega al passato e ciò è indispensabile per costruire qualsiasi futuro si abbia in mente, nella consapevolezza che chi non conosce il passato è condannato inevitabilmente a riscriverlo, ciò che non deve avvenire se vogliamo costruire speranze di pace per le prossime generazioni”.

Presidente Giuseppe Gigli


Mestre e Venezia 

“Chi non ha vissuto la guerra non può saper veramente cosa sia e cosa si provi. Voi siete i figli, i vostri genitori forse ne ve ne hanno parlato, tanto perché per loro è stato tremendo anche ricordare. Qui ne ho visti tanti piangere al solo nominare quel periodo della loro vita.

Ora c’è la guerra in Ucraina, ricordo i bombardamenti nella nostra Italia, le vittime fra la gente comune, le barbarie delle forze nazifasciste che si ritiravano seminando terrore e morte.

Ricordo come i nostri militari, abbandonati a se stessi dopo l’8 settembre, furono internati nei campi di concentramento per non essere complici. Tra questi mio padre e mio marito.

Da queste tragedie, attraverso la nostra Associazione, venne data voce a chi aveva subito le piaghe di questi conflitti; in loro favore è stato possibile ogni protezione, assistenza e solidarietà.

Ma allora in quel periodo la base sociale era numerosa e forte, la partecipazione alla vita dell’Associazione richiedeva dedizione ed impegno di chi per loro conto si occupava delle loro pratiche.

Importante assieme a queste finalità è ricordare il dovere (parola scomparsa nel lessico contemporaneo); quel dovere compiuto per amor di Patria, per l’auspicata eliminazione delle guerre ed un nuovo sistema di relazione tra i popoli e la trasmissione della memoria di tutto questo alle nuove generazioni; sostenendo e contribuendo al rafforzamento delle coscienze a sostenere lo Stato democratico nei suoi ordinamenti fissati dalla Costituzione della Repubblica.

La nostra Associazione ha sempre avuto anche una intesa con le Associazioni consorelle, con le Forze dell’Ordine per la difesa comune della pace e della democrazia.

Oggi questo lavoro ricade sulle spalle di pochi soci, carichi di anni, ma animati ancora da inestinguibile passione, affiancati dalla Fondazione che deve gestire al meglio il nostro patrimonio morale e culturale.

Perchè ho ricordato tutto questo?

Dobbiamo tenere presente che i nostri obiettivi e perché dopo tre quarti di secolo durante i quali l’Europa non ha più provato gli orrori della guerra (salvo la tragedia dei Balcani) ormai da più di un anno è in atto l’aggressione russa contro lo Stato dell’Ucraina”.

Presidente Linda Pastore


Novara 

Il ricordo di questo sacrificio non deve essere celebrato soltanto in occasione delle ricorrenze da calendario, ma vissuto e messo in pratica tutti i giorni, perché senza esempio, è facile scivolare nella violenza e nell’intolleranza. Dobbiamo ricordare che la guerra porta sempre e solo sofferenza.

Presidente Diego Bensi


Fossombrone 

“Purtroppo in questi mesi il cancro della guerra ha continuato a portare infiniti dolori all’umanità dimostrando che non c’è fine alla follia umana e che la storia sembra non servire a nulla. L’uomo testardamente non vuole imparare. Se da un lato tutto ciò ci angoscia, in tanta negatività emerge forse un unico aspetto positivo. Come sempre succede: le difficoltà, i dolori, lo sperimentare giornalmente la caducità umana, ci invitano a riflettere, a riconsiderare i valori della vita, le nostre priorità. Mi auguro che ci rendano migliori. Tutto ciò ci induce a riflettere anche sulla funzione della nostra Associazione. Troviamo ancora posto in questo mondo martoriato? Abbiamo ancora una funzione? Io ritengo di sì e più che mai”.

Presidente Luigi Chiaravelli


Sessa Aurunca 

“Come ben sapete incombe su tutti noi l’atmosfera agghiacciante della guerra tra Ucraina e Russia, con tutto il suo carico di morti, terrore e distruzione. La pace è urgente e necessaria”.

Presidente Marcello di Stasio


Abano Terme 

“Viva la Pace sempre. Viva la nostra Patria. Viva l’Italia”.

Presidente Eugenio Lazzarin


Mondovì 

“Non si può dimenticare la gravità della guerra russo-ucraina, proprio ai confini dell’Europa, che tanti danni ha causato e continua a procurare a più di un lungo anno dal suo inizio. Proprio questi eventi infausti sottolineano il valore e l’importanza della testimonianza positiva che può fornire l’ANMIG e Fondazione per trasmettere i valori non negoziabili della pace e civile convivenza. Dopo oltre settant’anni di pace la guerra ai confini dell’Europa ha avuto pesanti ripercussioni anche sul nostro Paese. Si rende più che mai attuale ed importante la funzione che l’ANMIG può svolgere con la conservazione e la diffusione della memoria, perché la testimonianza di chi ha vissuto sulla propria pelle gli orrori della guerra può efficacemente dimostrare l’importanza della pace e della civile convivenza tra i popoli. (…) Riteniamo che il nostro compito fondamentale sia quello della testimonianza: dobbiamo mantenere viva la memoria delle gesta e dei sacrifici di chi ha donato la propria giovinezza per mettersi al servizio della Patria. La nostra società gode di pace e di benessere da oltre 70 anni e non ricorda, specie le nuove generazioni, che questa pace e questo benessere sono frutto di tanti sacrifici. In un momento di rivendicazione di diritti, di superficialità, di edonismo e di caduta dei valori, dobbiamo ricordare il senso del dovere, di rispetto per lo Stato e le sue istituzioni, di rigore e spirito di collaborazione e soprattutto di ricerca e tutela della pace, quanto mai necessaria in questo periodo. Ma, nel contempo, rivendichiamo il dovere di riconoscenza e di rispetto, da parte di quello stesso Stato, per tutti coloro che ad esso prestarono gli anni migliori della loro vita, subendo danni gravi e permanenti”.

Presidente Cristina Barberis


San Giovanni Valdarno 

“Il mondo è invaso da guerre ovunque, ma mai una guerra ci è stata così vicina.

Il ripudio della guerra è uno dei valori fondamentali inserito nell’art.11 della Costituzione dai nostri Padri Costituenti ed è più che evidente quanto questo sia un valore incarnato nella stragrande maggioranza degli italiani. Nella speranza che ci siano meno vittime e danni possibili, che il conflitto si risolva al più presto e che l’unanimità capisca quanto sia importante il ripudio della guerra, cerchiamo di apprezzare il valore della vita e della pace e riflettiamo oggi per non sbagliare domani”.

Presidente Lucia Bani


Varese

“In questo periodo non si può sorvolare sul conflitto in atto in Ucraina, ai confini europei che è venuto ad interrompere 75 anni di pace, generata dal sacrificio delle generazioni precedenti e del quale sacrificio l’ANMIG è l’immagine più significativa. In guerra non esistono buoni e cattivi, ma solo morti, e questo conflitto finora ne ha fatti 300.000, anche se le verità sono taciute. Personalmente mi dispiace che l’Italia non sia stata capace di prosi come mediatore di pace, avendone tutte le credenziali, più di altri paesi e di altri possibili interlocutori. (…) L’idea per la quale l’ANMIG ha il dovere di continuare a vivere è di proporsi come parte viva della società. Insieme abbiamo scelto la via della cultura, miglior arma per contrapporsi a ideologie e a motivazioni di guerra. Costruire una pace fondata sui valori dell’arte, della musica, della letteratura che sono alla base di una fratellanza universale. C’è parecchio da fare, in particolar modo con azioni rivolte ai giovani”.

Presidente Fiorenzo Croci


Grosseto 

“Abbiamo bisogno di riconoscerci in una comunità, coltivare la centralità della scuola per alimentare i buoni sentimenti ed i buoni principi anche per non avere più guerre, atrocità, morti di giovani soldati chiamati al fronte. La nostra Associazione si deve dedicare alla memoria presso i giovani proprio per non ripetere gli errori del passato, per cercare di salvare questo nostro pianeta”.

Presidente Carla Sandri


Torino 

“Non vogliamo dimenticare i sacrifici fatti da migliaia di giovani e le sofferenze da loro patite per restituire a ciascuno di noi il bene più prezioso al mondo: la libertà individuale e di pensiero e poter gioire di un sentimento unico che rende appagata anima e corpo: “La Pace”.

Dobbiamo attivarci affinchè la guerra non sia mai accettata per risolvere i problemi, ma lavorare affinchè prevalga il dialogo; auspichiamo che l’aggressione militare provocata e ingiustificata da parte della Russia all’Ucraina cessi al più presto”.

Presidente Michele Manzitti


Foligno 

“È nostra consuetudine ricordare i soci che ci hanno lasciato fino ad oggi, senza dimenticare i numerosi caduti: militari, civili, donne, anziani e bambini nella guerra in Ucraina in corso ormai da più di un anno e le numerose, troppe guerre in atto nel mondo come Etiopia, Yemen, Sael, Nigeria, Afghanistan, Libano, Sudan, Haiti, Colombia, Myanmar”.

Presidente Fiorella Agneletti


Massa Carrara 

“Il valore della memoria e la promozione di una cultura di pace sono al centro del nostro lavoro: difesa e trasmissione della conoscenza storica e sensibilizzazione delle nuove generazioni attraverso incontri con gli studenti. Ricordare e commemorare assumono valore civile ed educativo delle nuove generazioni alle quali dobbiamo guardare ed insegnare affinchè le tragedie vissute dai nostri nonni e nostri padri non abbiano più a ripetersi. Purtroppo non è così. Quei fatti che potevano sembrare a tanti italiani e a troppi giovani, così lontani, sono oggi tornati realtà. La guerra c’è oggi, la violenza sui bambini, su uomini e donne c’è oggi, in tutto il mondo.

Se pensiamo che dopo la Seconda Guerra Mondiale non ci siano state più violazioni dei diritti umani e che tuttora non ce ne siano, sbaglieremo, perché basterebbe dare uno sguardo a cosa accade nel mondo per vedere che, ad esempio, in Ucraina c’è una guerra che sta coinvolgendo e uccidendo molti civili e sta impedendo loro di vivere una vita normale. E che in Iran le donne che protestano per veder riconosciuti i loro diritti, vengono arrestate e uccise.

Questi sono solo due esempi tra le tante violazioni dei diritti umani che ci sono attualmente nel mondo, talmente tante che non è possibile tenerne conto.

In sostanza le guerre non servono a niente, all’infuori di distruggere vite umane e ricchezze economiche, ambientali, culturali e procurare sofferenza, miseria e morte.

A pensarci bene però, non sono soltanto le cannonate a minacciare la pace. A volte siamo noi i nemici di noi stessi, noi che ci tormentiamo con l’ansia di tenere tutto sotto controllo o con le pretese del nostro orgoglio. Un po’ di umiltà ci aiuterebbe a vivere più sereni. Se poi all’umiltà ci aggiungessimo la gentilezza, lo spirito di collaborazione e di servizio, ecco che potremmo vivere in pace con il nostro prossimo: con i vicini di casa, con gli stranieri del quartiere, con i colleghi meno simpatici.

Oltre a noi stessi e alla nostra comunità c’è il mondo intero che reclama la pace. Ma non arriverà mai finchè la ricchezza non sarà distribuita in modo equo, finchè la dignità delle persone conterà meno delle merci che producono, finchè la libertà individuale dipenderà dal capriccio di un sovrano. Quanti confini si dovranno ancora oltrepassare per vivere in pace? Il fatto che ancora oggi è possibile assistere a cose del genere, ci fa comprendere quanto sia importante ricordare per non commettere errori già commessi in passato”.

Presidente Euro Gerini


Domodossola 

“La nostra presenza durante le manifestazioni ufficiali è anche un messaggio di Pace perché noi abbiamo raccolto il grido di dolore che più volte ci hanno trasmesso: “Mai più guerre!”. Mai più guerre e poche altre parole…i nostri padri raramente ci raccontavano fatti di guerra, episodi cruenti, paure…ma noi, figli, nipoti, mogli…capivamo le loro sensazioni quando, di fronte a un film di guerra cambiavano canale o volgevano lo sguardo da un’altra parte.

Noi dobbiamo essere loro grati per il grande dono della libertà, dono che ora è nelle nostre mani…non possiamo lasciarlo sfuggire e soprattutto dobbiamo lavorare perché in ogni angolo della terra possano regnare Pace e Libertà”.

Presidente Antonia Morabito


Legnano

“Vorrei richiamare la nostra e la vostra attenzione alla guerra che è ai nostri confini. Guerra che noi è un grosso peso. Nostri genitori ci hanno sempre tramandato “mai più guerre!” e noi cosa abbiamo fatto…forse niente, sicuramente troppo poco perché tali eventi non si ripetessero. Che grosso senso di colpa!

Sembra comunque che la cosa non ci interessi, siamo diventati indifferenti a tali tragedie. Perché abbiamo mancato alla promessa fatta ai nostri Padri? Riflettiamo. E prima di iniziare vi invito a un minuto di silenzio per l’eccidio dell’Ucraina, in rispetto dei loro morti e di tanti nuovi mutilati di guerra”.

Presidente Giovanni Vignati


Monza 

“L’insegnamento dei nostri nonni e dei nostri padri mutilati dalle due guerre mondiali non è valso a nulla, perché l’uomo è una bestia feroce assetata di potere politico, economico e finanziario e non cambierà mai. L’uomo non può e non potrà mai accampare il diritto di sopprimere un proprio simile. Condanno nella stessa misura i belligeranti e chi sostiene economicamente con le armi il conflitto Ucraina/Russia. Per chi ritiene la guerra necessaria per la libertà, mi permetto di affermare che la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.

L’ANMIG ha sempre condannato ogni tipo di violenza, in particolare quella perpetrata con le armi”.

Presidente Claudio Arrigoni


San Giovanni in Persiceto 

“Avrei voluto inserire nella nostra relazione qualche spiraglio positivo proveniente dai paesi che stanno vivendo le tristezze della guerra. Il tempo trascorso, gli eventi bellici nel corso della storia dell’ANMIG, hanno trasmesso a noi, eredi di chi ha portato tutta la vita le sofferenze causate dalla guerra: avversione ad ogni conflitto, solidarietà, impegno ad operare per diffondere messaggi di pace.

Questi obiettivi gli studiosi ed i ricercatori hanno dimostrato come siano contenuti nella conoscenza e studio della memoria. Proprio nella scuola è fondamentale vivere la cultura della Memoria: il Progetto Pietre della Memoria, la consultazione degli archivi ed ogni documento relativo hanno questo grande potere.

Forti della nostra storia centenaria è importante che ci impegniamo ad essere protagonisti della diffusione della cultura della pace e nel tenere viva la memoria degli orrori della guerra. La realtà del continente tanto sconvolta dal Conflitto pone difficoltà a tutti: difficile essere tranquilli per il futuro del nostro Paese. Vanto dell’Associazione è essere al di sopra della politica…ma ognuno di noi, nel proprio credo politico, ha il dovere di tenere alto il baluardo della Pace e della Libertà.

Presidente Carla Formigoni


Brescia 

“Purtroppo l’Europa è ancora terra di conflitto, con l’Ucraina e la Russia che si stanno affrontando in armi per il controllo di territori che gli uni e gli altri rivendicano propri, portando distruzione, morti e feriti.

La nostra Associazione, che è sorta per le invalidità fisiche e psichiche riportate dai nostri soldati durante la prima e la seconda guerra mondiale, non è indifferente al dolore di tanti uomini (militari e civili) che tornano a portare nel proprio corpo le sofferenze che già la nostra storia associativa ha vissuto e vive. Sofferenze che si allargano alle famiglie delle vittime, come ben sappiamo. È doloroso vedere quelle immagini che ci giungono da così vicino, ancora di più lo è per noi che nello statuto associativo siamo invitati a divulgare e condividere gli ideali di libertà, fraternità e pace”.

Presidente Gianpaolo Smillovich


Darfo 

“L’ANMIG negli oltre suoi 100 anni di attività ha assistito mutilati ed invalidi di guerra e le loro famiglie ed oggi aggiunge un significato ulteriore al ricordo di nonni e padri che hanno combattuto per la Patria e la Pace: “Non vogliamo più guerre, né razzismi di sorta! Vogliamo la Pace che si costruisce attraverso l’uguaglianza tra le persone tutte”.

Presidente Giovanna Disetti


Modena 

Proseguiamo il cammino ultracentenario dell’Associazione con la consapevolezza che anche questo periodo buio passerà e con la speranza che nel mondo prevalga il sentimento di pace comune a tutti i popoli, se governanti folli non li porteranno verso destini infausti”.

Presidente Adriano Zavatti


Pinerolo 

“Solo la forza della ragione garantisce il futuro dell’umanità, non certo la forza delle armi. Mai più guerre!”

Presidente Stefano Drago


Genova 

“La grave situazione generatasi con l’occupazione dell’Ucraina da parte della Russia e tutto ciò che ne comporta ci induce non solo a non accettare qualsiasi atto di prevaricazione e sopraffazione, ma di trasmettere alle generazioni di oggi e di domani la memoria e le testimonianze di tanta sofferenza vissuta dai nostri cari nei due ultimi conflitti mondiali”.

Presidente Guido Vinacci


Mondovì

“Dopo oltre settanta anni di pace, la guerra si è ripresentata alle soglie dell’Europa, con i suoi orrori, le perdite militari e civili, le distruzioni, i danni morali e materiali che sono andati ben oltre i confini dei paesi coinvolti, facendo ricadere anche su di noi conseguenze pesanti sul piano economico ed energetico. Questo rende assai attuale ed importante il messaggio che l’ANMIG del Piemonte intende lanciare con la costruzione del monumento dedicato “ai mutilati ed invalidi di guerra” secondo un progetto nato nel 2013 da una brillante idea dell’indimenticato presidente regionale Vittorio Robusto e in via di realizzazione grazie all’opera e al fattivo interessamento dell’attuale Presidente, prof. Stefano Drago. Il titolo di questo monumento sarà MAI PIU’ GUERRE ed è anche l’auspicio che tutti noi formuliamo”.

Presidente Cristina Barberis


San Giovanni in Persiceto 

“Ora stiamo vivendo una nuova tragedia e non mi sento di chiamarla diversamente: una guerra esplosa a fine febbraio nel cuore dell’Europa, in Ucraina, che fa tornare in mente il dramma dei nostri cari. Mi sento di fare una riflessione proprio suggerita dalla situazione che ci siamo trovati a vivere… pensando ai nostri soci storici, alle loro testimonianze, alla filosofia esistenziale, alla risoluzione delle tante criticità che hanno saputo affrontare, cerchiamo di essere portatori di pace. Nella nostra quotidianità associativa, oltre ad esserne organizzatori, partecipiamo alle cerimonie civili in ricordo di Caduti di tutte le guerre e con orgoglio portiamo alta la Bandiera Italiana dell’Associazione. Un sincero ricordo ai nostri cari che non sono più fisicamente con noi, sappiano che noi vogliamo mantenere alti i valori che hanno conquistato: la Pace, la Democrazia, la Libertà.

Forti della nostra storia centenaria è importante che continuiamo ad essere protagonisti nella diffusione della cultura della pace e nel tenere viva la memoria. La memoria costruttiva sia sempre attiva, protagonista della conoscenza consapevole di ciò che rappresenta la guerra, la più grande tragedia umana. Essa semina morti, feriti, mutilati e tristezza, priva le persone della propria casa, distrugge intere famiglie, provoca fame e disperazione”.

Presidente Carla Formigoni


Pinerolo 

“Un accorato appello alla Pace: nessuno in Italia più della nostra associazione, che con i suoi invalidi e mutilati rappresenta il sacrificio e le sofferenze di un’immensa collettività rappresentante tutte le classi sociali del popolo italiano, ha diritto di chiedere ai governanti di lavorare affinché non si risolvano conflitti di interesse con la guerra”.

Presidente Stefano Drago 


Torino 

“Non vogliamo affatto dimenticare le sofferenze patite per restituire a ciascuno di noi il bene più prezioso al mondo: la libertà individuale e di pensiero e poter gioire di un sentimento unico che rende appagata anima e corpo, la pace. Dobbiamo attivarci affinchè la guerra non sia mai accettata per risolvere i problemi, ma lavorare affinchè prevalga il dialogo; auspichiamo che l’aggressione militare non provocata ed ingiustificata da parte della Russia all’Ucraina cessi al più presto”.

Presidente Michele Manzitti


Domodossola

“Prima la pandemia e poi il terrore della guerra. Già…una guerra in terra straniera…ma effettivamente non molto distante da noi…le crude immagini di case distrutte, di gente in fuga con soltanto una borsa…e poi i bambini… bambini infagottati con occhi sbarrati… Immagini che ci hanno riportato indietro ai racconti dei nostri genitori: il boato delle bombe, il sibilo delle sirene e …quei lunghi viaggi da sfollati per raggiungere luoghi più sicuri.

Abbiamo rivissuto quelle paure e abbiamo ricordato il loro monito: “Non più guerre!”. Loro dicevano: “Noi fummo precettati per combattere e vivere gli anni più belli i giorni più tristi. Ora a voi il compito di conservare la pace!”. È questo il testimone che i nostri Padri ci hanno trasmesso attraverso l’ANMIG.

La nostra Associazione sente il dovere di conservare la memoria e di essere vicina a coloro che si trovano in guerra…e noi come Associazione abbiamo contribuito all’accoglienza dei profughi sul nostro territorio.

Noi, figli, nipoti, pronipoti e vedove di Invalidi e Mutilati di Guerra insieme a simpatizzanti e sostenitori siamo i trasmettitori dei valori di libertà, condivisione e fratellanza…valori per i quali i nostri Cari sono morti o hanno portato per tutta la vita i segni della loro dedizione alla Patria. Siamo noi…e dobbiamo sentirci orgogliosi di comportarci in modo tale da scuotere le coscienze e apprezzare e far apprezzare il valore di vivere in un mondo di pace. (…) La nostra presenza oggi, qui, dimostra l’accettazione del nostro impegno nella costruzione di un mondo di pace…e come diceva Primo Levi “capire e comprendere è impossibile ma conoscere è necessario”.

Presidente Antonia Morabito


Lecco

“Siamo in un momento storico caratterizzato dalla guerra in Ucraina dove l’invasione della Russia e gli scontri ci fanno tornare alla memoria altre tragiche epoche storiche. La nostra Associazione ha titolo per lanciare un grande appello al “Cessate il fuoco, si faccia la Pace!” e alla ricerca di una pace giusta attraverso adeguate iniziative e trattative. Questo grido viene dalla storia e dalla sofferenza che l’ANMIG rappresenta.

Lo chiediamo con forza, abilitati in questo dal rappresentare la memoria di tanti uomini, soldati italiani e nostri parenti, che hanno versato il sangue per la Patria. Quello che non si valuta a sufficienza, a nostro parere, è il fatto che, una volta deposte le armi, sarà necessario iniziare la fase della ricostruzione. Ora mentre gli edifici, per quanto oggi ci appaiano come tristi scheletri in rovina, si possono ricostruire in tempi rapidi – pensiamo a quello che si è fatto in molti paesi europei, tra cui il nostro, alla fine delle distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale – c’è qualcosa che resta per sempre, come testimonia la nostra associazione.

Le ferite, le malattie, i traumi generati dalla guerra non si cancellano facilmente, né si riparano rapidamente come gli edifici. Le croci nei cimiteri di guerra non sono immagini che si possono dimenticare tanto facilmente.

Noi, che siamo familiari di persone provate dalla guerra, mutilati ed invalidi, conosciamo bene le sofferenze delle persone colpite e dei loro familiari, che durano tutta una vita. Il fatto che, anche grazie all’assidua assistenza svolta negli anni dalla nostra associazione, molti traumi siano stati sanati, molte sofferenze accompagnate e condivise, non ci può mai far dimenticare che la guerra è una ferita al corpo sociale molto più grave della stessa pandemia che ci ha chiusi in casa per mesi. Si faccia la Pace! Questo il grido che viene dalla storia e dalla sofferenza che l’ANMIG rappresenta”.

Presidente Giovanni Mauri


Brescia

“Non posso esimermi dal fare una considerazione nel momento storico che l’Europa sta vivendo: un conflitto bellico sulle proprie terre, cosa che mai mi sarei aspettato di vedere. La nostra Associazione, che è sorta per le invalidità fisiche e psichiche riportate dai nostri soldati (bisnonni e nonni) durante la Prima Guerra Mondiale, rimpolpata nei numeri dai nostri padri e nonni nella Seconda Guerra Mondiale, non può rimanere indifferente al dolore che tanti uomini (militari e civili) tornino a portare nel proprio corpo le sofferenze che già la nostra storia associativa ha vissuto e vive. Sofferenze che si allargano alle famiglie delle vittime, come ben noi sappiamo.

È doloroso rivivere quelle immagini che ci giungono da così vicino, proprio noi che nello statuto associativo siamo invitati a divulgare e condividere gli ideali di Libertà, Fraternità e Pace, voluti dai nostri fondatori nel lontano 1917”.

Presidente Giampaolo Smillovich


Monza

“Da quasi tre mesi stiamo vivendo un conflitto bellico che potrebbe sfociare in una terza guerra mondiale. È doveroso rivolgere il nostro pensiero ed una preghiera non solo a chi è venuto a mancare al nostro fianco, ma anche a tutte le persone. Questo minuto di meditativo silenzio di ricordo e riflessione valga a rafforzare la nostra unità non solo nell’ambito dell’Associazione, ma in tutte le nostre innumerevoli relazioni esterne, amicizie, lavoro, tempo libero e quant’altro. Dopo due anni di emergenza Covid-19, questo sciagurato conflitto bellico ci sta provando psicologicamente in misura a dir poco devastante.

L’insegnamento dei nostri nonni e dei nostri padri mutilati dalle due guerre mondiali non è valso a nulla, perché l’uomo è una bestia feroce assetata di potere politico, economico e finanziario e non cambierà mai. L’uomo non può e non potrà mai accampare il diritto di sopprimere un proprio simile. Condanno, nella stessa misura i belligeranti e chi sostiene economicamente e con le armi questo conflitto. Per gli ipocriti che sgomentano per le atrocità della guerra, ma la ritengono necessaria per la libertà, mi permetto di affermare che la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.

L’ANMIG ha sempre condannato ogni tipo di violenza, in particolare quella perpetrata con le armi”.

Presidente Claudio Arrigoni


Varese

“Mentre abbiamo festeggiato i 75 anni di pace nonostante l’epidemia, facendone un riferimento da riproporre alle giovani generazioni nel ricordo del sacrificio dei nostri padri e delle precedenti generazioni, oggi è scoppiata una guerra inattesa praticamente in casa nostra. Tutta l’Europa e l’America ne sono in qualche modo coinvolte. Se non il mondo intero. L’anniversario dei 75 anni di una pace duratura è stato così umiliato in un solo momento. Questo fatto cambia in parte i nostri programmi. Direi però non cambia l’idea di pace per la quale l’ANMIG ha il dovere di continuare a vivere. L’impegno sarà più arduo, ma non potrà mai prescindere. Non mi piace fare retorica sulle parole, la fanno già a dismisura alcuni, anzi molti, con politici e giornalisti in primo piano. Da qualche anno abbiamo sposato la via della cultura come riferimento indispensabile per una società spiritualmente ricca. Oggi riteniamo la cultura l’arma migliore per contrapporsi alle ideologie e alle motivazioni di guerra. Costruire una pace di valori ed in questo ci crediamo ancora di più”.

Presidente Fiorenzo Croci


Foligno

“Questa è la nostra Anmig sempre impegnata sul fronte della memoria da tenere sempre viva e partecipata ai ragazzi, alle future generazioni, affinchè sia di monito per l’eliminazione di tutte le guerre, di difesa della pace e costruire un mondo migliore. (…) Tutto ciò (le iniziative promosse) al fine di educare i ragazzi al bello, alla cura della memoria, alla ricerca dei monumenti che ci circondano e spesso ignorano”.

Presidente Fiorella Agneletti


Montichiari (Brescia)

“La guerra in corso, scoppiata in modo inaspettato ed inconcepibile, ci tocca molto da vicino e ci fa riflettere sul fatto che non si possano considerare per acquisiti e scontati certi valori quali la libertà, l’unità, la solidarietà e la pace. Tale situazione ci impone di continuare con maggiore impegno nella nostra pur modesta attività nel ricordo dei sacrifici fisici e morali che i nostri soci storici e le loro famiglie hanno dovuto sopportare quali testimoni delle atrocità delle guerre. Valori che hanno ispirato il nascere della nostra Associazione che per il suo scopo sociale è sempre più attuale”.

Vicepresidente Pierangelo Saetti


Milano

“Solo al pensiero che nel mondo in questo momento ci possa essere un mutilato dovuto alla guerra mi intristisce moltissimo. Durante le nostre Assemblee bisogna gridare a gran voce “Mai più guerre!” e bisogna ritirare fuori i valori della pace in contrapposizione alla guerra”.

Presidente Massimo Fugazza (all’assemblea di Lecco in qualità di Presidente regionale)


Legnano

“L’ANMIG che oggi continua la propria attività in sostegno dei soci storici e con la consapevolezza di tramandare la “cultura” dei nostri padri, di promuovere la pace tra le nazioni e di testimoniare l’inutilità delle guerre, oggi è particolarmente scossa dalle tristi vicende europee, dall’invasione dell’Ucraina.

L’immane tragedia, a cui assistiamo da giorni, che colpisce il popolo ucraino ci indica come il “percorso della pace” deve essere seguito con forza ogni giorno. Risuona ancora più forte il grido dei nostri padri: mai più guerre, mai più orribili stragi di morti sul campo di battaglia, di nuovi mutilati, di civili che si trovano coinvolti in questa tragedia. E sembriamo impotenti di fronte a tale orrore.

È nostro obbligo perseguire la pace. Invitare chi ci governa e tutte le forze politiche a trovare, seppur con enorme fatica, la strada del dialogo. È questo l’auspicio che rivolgiamo a tutti, perché la pace ritorni – in tempi brevi – nei luoghi e nelle nazioni in guerra e nell’Europa intera.

Meditiamo ed impegniamoci per arrivare alla fine di questo conflitto e di tutti i conflitti della Terra”.

Presidente Giovanni Vignati


Legnano

“Vorrei fare qualche considerazione sulla guerra in corso perché l’ANMIG è una di quelle associazioni più direttamente coinvolta, almeno sul piano etico e storico.

Non sappiamo come andrà a finire la guerra. Ma di una cosa possiamo essere assolutamente certi: alla fine le vittime saranno a decine di migliaia. Morti, feriti, mutilati sia tra i soldati al fronte e soprattutto tra i civili coinvolti nelle aree degli scontri. Finora tra le ventimila e le trentamila.

Vittime civili perché una delle peggiori caratteristiche delle guerre del Novecento – e ora del nuovo secolo – è il sempre maggiore coinvolgimento dei civili: vittime dei bombardamenti, vittime dei rastrellamenti, negli scontri tra i soldati e nelle mille forme in cui si muore in guerra.

Quanti saranno i morti tra i civili alla fine della guerra? Nessuno può dirlo e così il numero di bambini, uomini e donne mutilati in qualche parte del corpo o con la mente sconvolta. Lo stesso discorso per i soldati.

La guerra in Ucraina non è l’unica guerra nel mondo. Anzi al contrario nel 2020 c’erano una quarantina di guerre in corso con un conto di circa 120.000 morti in un anno. Circa 330 al giorno. Conflitti in Asia (esempio tra Turchia e i Curdi e tra Israele e i palestinesi senza dimenticare l’Afghanistan), in Africa (Libia e Nigeria per esempio), America centro-meridionale (Messico, Colombia).

(…) Quale può essere il ruolo dell’ANMIG in questo tempo di nazionalismi? Sono convinto che l’ANMIG deve avere un ruolo in primo piano perché il tema della pace deve essere continuamente riproposto, soprattutto quando tuonano i cannoni e la diplomazia è impotente. È necessario che i giovani delle scuole sentano parole e messaggi di pace che oggi appaiono improvvisamente dimenticati. C’è un articolo 11 della Costituzione da difendere… e credo che un’associazione che porta sulla pelle i segni della guerra – come l’ANMIG – abbia un ruolo di primo piano da svolgere”.

Giancarlo Restelli


Pisa

“Abbiamo di fronte ancora tanta strada da percorrere, tanto lavoro da fare come associazione, ce lo dimostrano i tragici avvenimenti della Guerra in Ucraina, una delle trenta e più guerre in atto nel mondo, dove le organizzazioni diplomatiche non riescono a porre fine alla strage dei civili, alla distruzione dell’economia e della cultura di tanti paesi, che causa nuove povertà e nuove emigrazioni”.

“In queste ore assistiamo, dopo più di 70 anni di pace, allo scoppio di un grave conflitto in Europa le cui conseguenze sono difficili da prevedere. Come Associazione ribadiamo il nostro fermo No alla guerra, a tutte le guerre, in memoria dei nostri nonni e padri e familiari che ne hanno profondamente sofferto le conseguenze. Ci sentiamo vicini alla popolazione civile dell’Ucraina che sta subendo le conseguenze di un’altra guerra e ribadiamo la nostra condanna all’uso delle armi. Speriamo ancora che la forza delle parole e la diplomazia possano far tacere le bombe. Cari Presidenti, socie e soci, confidiamo nella Pace”.

Presidente Ellena Pioli


Trapani

“Auspico che la forza della diplomazia internazionale, con il contributo di tutti i benpensanti, possa al più presto determinare una trattativa di pace che ponga fine a questa triste esperienza”.

 Salvatore De Vita


Firenze

La Sezione di Firenze deve perseguire il suo alto scopo morale aderendo a tutte le iniziative pubbliche, che sono particolarmente significative, per promuovere la difesa dei diritti umani e la causa della pace in Europa e nel mondo.

Presidente Alessandro Sardelli


Modena

Ancora un anno complicato. Nel Notiziario che ha lanciato questa assemblea sono ampiamente sintetizzati i gravissimi problemi che si sono riversati sull’intera umanità negli ultimi due anni, richiamando le storiche piaghe, che da sempre l’hanno afflitta: peste, guerra, carestia e morte, i quattro cavalieri dell’Apocalisse giovannea. Ci eravamo illusi che il progresso tecnologico e la globalizzazione fossero antidoti necessari e sufficienti a tenere lontane queste tragedie. Ma ci sbagliavamo. Anzi, abbiamo dovuto accorgerci che, almeno in parte, queste nuove condizioni sono state concause dei mali, o quantomeno ne hanno favorito l’evoluzione in peggio. Abbiamo dovuto constatare sia la debolezza dei sistemi organizzativi e di scambio a livello planetario, sia l’emergere di nuove o antiche motivazioni ideologiche o rivendicative, alla base di scontri bellici, che assomigliano molto a quelli che credevamo ormai avvolti nell’epopea e nei tragici epiloghi del secolo scorso e di cui ANMIG ha la missione di testimonianza e vivo ricordo a monito per le nuove generazioni. Sullo sfondo di questa crisi epocale, giganteggia lo spettro del fungo nucleare, che, da solo, rappresenta una minaccia di livello assoluto, di gran lunga superiore alle più fosche previsioni evocate dalle guerre tradizionali. È compito ingrato e poco gratificante, essere come la vox clamans in un deserto, che evoca scenari apocalittici. Ma, forti della consapevolezza che ci hanno lasciato in eredità i nostri Padri, non demordiamo e continuiamo nel nostro lavoro di conservazione e diffusione della memoria, cercando modalità innovative di contatto con le giovani generazioni, sulle quali vogliamo e dobbiamo riporre la massima fiducia”.

Presidente Adriano Zavatti


San Giovanni Persiceto

“Mi sento di fare una riflessione proprio suggerita dalla situazione che ci siamo trovati a vivere, pensando ai nostri soci storici, alle loro testimonianze, alla filosofia esistenziale, alla risoluzione delle tante criticità che hanno saputo affrontare, sempre inserendosi nella realtà. Quindi a noi la continuità dei testimoni, con l’impegno di valorizzare la storia, creando nuovi punti di interesse in collegamento con gli studenti, la scuola e la conoscenza.

Sono passati oltre 70 anni dall’ultima guerra e i due terzi della popolazione hanno la fortuna di non averla vissuta personalmente.

Forti della nostra storia centenaria è importante che continuiamo ad essere protagonisti nella diffusione della cultura della pace e nel tenere viva la memoria.

La Memoria costruttiva sia sempre attiva, protagonista della conoscenza consapevole di ciò che rappresenta la guerra, la più grande tragedia umana. Essa semina morti, feriti, mutilati e tristezza, priva le persone della propria casa, distrugge intere famiglie, provoca fame e disperazione. La realtà del Mondo è difficile per Conflitti, per la Pandemia che si è aggiunta e che pone difficoltà a tutti, difficile essere tranquilli per il futuro.

Ognuno di noi, nel proprio credo politico ha il dovere di tenere alto il baluardo della Pace, della libertà.”

Presidente Carla Formigoni 


Fossombrone

“Non è certo un periodo facile. Stavamo vedendo la luce in fondo al tunnel della pandemia; già i cuori si aprivano alla speranza di una primavera e di un’state di pace e serenità, quando lo spettro della guerra è tornato a terrorizzare l’Europa. Dopo 78 anni di quasi pace (dico quasi perché ho ben vivo il ricordo della guerra di Bosnia e del Kosovo, regioni devastate dove ho trascorso 18 mesi della mia vita) ci si illudeva che il solo pensare di fare guerra fosse un’oscenità, che non ci fosse la possibilità di un conflitto dopo i terrificanti massacri dello scorso secolo ma ci sbagliavamo. Ancora una volta, odio, distruzioni, cadaveri, popolazioni massacrate e terrorizzate in fuga, immagini che speravamo di non vedere mai più, almeno nella nostra Europa. Evidentemente l’uomo non impara mai dalla storia ed è condannato a ripetere i suoi errori.

In questa situazione che riempie tutti di angoscia, mi sembra più che mai valido il messaggio di pace che la nostra Associazione, l’associazione del dolore e del sacrificio, come viene definita, diffonde da più di 100 anni soprattutto ora che non ci sono più i testimoni degli orrori della guerra e non sentiamo più il loro grido di dolore e temo che si sia perso l’orrore per la guerra. È diventata uno spettacolo da osservare alla TV, mangiando spaghetti.

Con sempre più convinzione proseguiremo la nostra opera volta a ricordare quanto sia orrida la guerra, come la pace vada costruita giorno per giorno e quanto abbiano dato all’Italia i nostri padri e i nostri nonni mutilati ed invalidi che noi, figli e nipoti, indegnamente rappresentiamo.

Viva la nostra Associazione, Viva l’Italia!”

Presidente Luigi Chiavarelli


Torino

“Non vogliamo affatto dimenticare le sofferenze patite per restituire a ciascuno di noi il bene più prezioso al mondo: la libertà individuale e di pensiero e poter gioire di un sentimento unico che rende appagata anima e corpo: “La Pace”. Dobbiamo attivarci affinchè la guerra non sia mai accettata per risolvere i problemi, ma lavorare affinchè prevalga il dialogo: auspichiamo che l’aggressione militare non provocata ed ingiustificata da parte della Russia all’Ucraina cessi al più presto”.

Presidente Michele Manzitti