Pellegrinaggio della Memoria 2024

15 Maggio 2024, pubblicato da

Nei giorni 3,4 e 5 maggio si è svolto il pellegrinaggio della Memoria ai campi di sterminio nazifascisti in Austria. Assieme al Presidente Nazionale Claudio Betti, una delegazione della Toscana, una delle Marche e una del Veneto, con numerosi studenti accompagnati dai loro docenti, hanno vissuto un’esperienza straordinaria, unica ed intensa così come tutti i ragazzi hanno testimoniato.

Hanno partecipato studenti dell’Istituto Da Vinci-Fascetti di Pisa, del Liceo Scientifico Ulisse Dini di Pisa, del Liceo Artistico Russoli di Pisa, dell’Istituto I.I.S. Volterra-Elia di Ancona e la delegazione di alcuni soci del Veneto. Visitando quei luoghi di morte hanno potuto conoscere, attraverso i racconti e le spiegazioni di quel periodo così drammatico e buio, non solo il male ingiustificabile ed incomprensibile, ma anche la resistenza al male, l’altruismo e l’eroismo che hanno permesso ai popoli d’Europa poi di rinascere.

Tutte le tappe del viaggio di istruzione sono state studiate e poi presentate dai ragazzi stessi sul pullman durante le ore di viaggio.

La prima tappa è stata al campo di Ebensee, cittadina a 60 km da Salisburgo dove i nazisti costruirono uno dei 49 campi dipendenti da Mauthausen. Ebensee fu uno dei campi con la più alta mortalità, tanto che si rese necessario costruire un forno crematorio sul posto, nonostante si trattasse di un campo di “lavoro”.

I deportati sopravvivevano in media solo qualche mese, perché costretti a svolgere nelle gallerie un lavoro estenuante tra le 10 e le 12 ore al giorno, con un clima gelido ed un’alimentazione miserabile, subendo continue angherie e violenze da parte dei kapò delle SS.

Significativa e molto toccante per tutti i partecipanti è stata la visita di una delle tante gallerie sotterranee, lunga ben 7,6 km, realizzata in condizioni disumane. Il corteo delle nostre delegazioni ha commemorato le vittime di quel campo con una grande commozione.

Il 4 maggio i ragazzi partecipanti hanno ricordato le vittime del programma Aktion T4 nel castello di Hartheim, teatro dello sterminio sistematico di persone con disabilità fisiche e mentali. Hanno avuto anche l’onore di sfilare nel corteo, reggendo la corona di alloro dell’ANMIG, deposta poi sulle lapidi in memoria delle vittime di questa tragedia. Qui il Presidente Betti ha ricordato a tutti i giovani l’importanza di queste lezioni “fuori dalle aule” perché sono quelle che si portano nel cuore per tutta la vita.

Il 5 maggio il pellegrinaggio è culminato con la cerimonia internazionale a Mauthausen, in occasione del 79° anniversario della liberazione del campo.

I ragazzi hanno avuto la preziosa opportunità di assistere ad una cerimonia unica in Europa, alla quale tutti gli anni partecipano decine di delegazioni provenienti da tutto il mondo per confermare i valori di pace, solidarietà e uguaglianza su cui si fonda l’Europa e che tanto più oggi vanno ribaditi con determinazione. Sentirsi chiamati dallo speaker in una cerimonia internazionale davanti a centinaia di persone provenienti da tutte le parti del mondo con le parole “Adesso sfila la delegazione dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi Guerra” è stata per tutta l’Associazione e per tutta la delegazione lì presente una grande emozione e motivo di immenso orgoglio.

Sdegno e grande commozione nei ragazzi durante la visita alla Scala della Morte, la cui ascesa ha avuto un forte significato simbolico per la fatica di salire quei 186 gradini che collegavano il lager, situato sulla parte superiore della collina, con la cava di granito sottostante. Salire quegli stessi gradini ha creato nei ragazzi un’immediata connessione con il dolore sofferto dai deportati che erano costretti a percorrerli in pessime condizioni fisiche e portando sulle spalle pesantissimi blocchi di pietra, vittime della crudeltà e dei soprusi delle SS.

Profonde riflessioni sono scaturite poi durante la visita del campo, delle baracche, del museo, suscitate dalla vista angosciante del filo spinato, del forno crematorio e delle fotografie dei prigionieri, vittime innocenti e impotenti di uno sterminio perpetrato con fredda e sistematica efficienza.

Vedendo quei luoghi di morte in tutti i ragazzi è nato un profondo desiderio di combattere l’indifferenza e la ferma consapevolezza della necessità di testimoniare, affinchè il passato non si ripeta più.

Un impegno a cui tutti si sono sentiti chiamati, rivolto al rispetto e alla pari dignità di ogni persona, indipendentemente, come ci indica la nostra Costituzione, da razza, sesso, religione, condizioni sociali o personali.

In un tempo in cui assistiamo al preoccupante riemergere di pericolosi rigurgiti nazifascisti, in cui il mondo è ancora purtroppo teatro di sanguinose guerre, il messaggio e l’impegno di tutta l’Associazione Nazionale fra Mutilati ed invalidi di Guerra, è ancora più importante e necessario: coltivare la Memoria e ricordare le pagine più buie della nostra storia recente affinché si possa imparare dal passato, impegnandoci, ciascuno nel proprio ruolo, a costruire un presente e un futuro di pace, libertà e democrazia.

Nel gettare questo seme della memoria per le nuove generazioni ci sembra particolarmente significativo concludere con le parole del Giuramento di Mauthausen: “Si aprono le porte di uno dei campi peggiori e più insanguinati: quello di Mauthausen. Stiamo per ritornare nei nostri paesi liberati dal fascismo, sparsi in tutte le direzioni. I detenuti liberi, ancora ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista, ringraziano dal più profondo del loro cuore per l’avvenuta liberazione le vittoriose nazioni alleate, e salutano tutti i popoli con il grido della libertà riconquistata. La pluriennale permanenza nel campo ha rafforzato in noi la consapevolezza del valore della fratellanza tra i popoli. Fedeli a questi ideali giuriamo di continuare a combattere, solidali e uniti, contro l’imperialismo e contro l’istigazione tra i popoli. Così come con gli sforzi comuni di tutti i popoli il mondo ha saputo liberarsi dalla minaccia della prepotenza hitleriana, dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli. La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli, e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica tra stati e popoli. Dopo aver conseguito l’agognata nostra libertà e dopo che i nostri paesi sono riusciti a liberarsi con la lotta, vogliamo: conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del campo e trarne i dovuti insegnamenti; percorrere una strada comune: quella della libertà indispensabile di tutti i popoli, del rispetto reciproco, della collaborazione nella grande opera di costruzione di un mondo nuovo, libero, giusto per tutti; ricorderemo sempre quanti cruenti sacrifici la conquista di questo nuovo mondo è costata a tutte le nazioni. Nel ricordo del sangue versato da tutti i popoli, nel ricordo dei milioni di fratelli assassinati dal nazifascismo, giuriamo di non abbandonare mai questa strada. Vogliamo erigere il più bel monumento che si possa dedicare ai soldati caduti per la libertà sulle basi sicure della comunità internazionale: il mondo degli uomini liberi! Ci rivolgiamo al mondo intero, gridando: aiutateci in questa opera! Evviva la solidarietà internazionale! Evviva la libertà!”.