Mostra storica a Cervignano
Ha riscosso grande successo la mostra allestita nel Centro Civico di Cervignano del Friuli da Italo Cati e dall’A.N.M.I.G. del Friuli Venezia Giulia riguardante il 1914 e il fronte della Galizia.
Da Milano, il notaio Antonio Carimati, figlio dell’Ufficiale Medico della 3° Armata, Giuseppe, al cui servizio c’era Edmondo Furlan, per questa occasione, ha portato il bozzetto preparato sempre dal Furlan per il concorso bandito per il ricordo di Enrico Toti, e che, se fosse risultato vincitore, avrebbe dovuto essere esposto nel viale dell’Orologio al Pincio a Roma al posto di quello prodotto dal Dazzi.
Dopo 5 mesi all’Altare della Patria a Roma, è rientrato a Cervignano il grande quadro proveniente dalla Casa del Mutilato di Gorizia firmato Edmondo Furlan preparatorio della scultura iniziata a Cervignano nel 1915 e poi ripresa ed ultimata dopo il novembre 1918, infine portata al Cimitero degli Eroi ad Aquileia.
Furlan e Ximenez erano i due “artisti in grigioverde” che hanno prodotto tanti capolavori: il primo in oblio, morto in povertà a Milano nel 1976, mentre il secondo con tanta fortuna e successo.
Il dott. Carimati, in questa occasione, ha raccontato ai presenti un episodio che evidenzia la stima reciproca dei due artisti in quanto lo Ximenez, in presenza del padre Giuseppe, dona e dedica una sua opera al coetaneo Furlan.
La mostra verà riproposta ed ampliata a Villa Dora a S.Giorgio di Nogaro evidenziando le diverse problematiche sorte durante la 1° Guerra Mondiale fra le due comunità confinanti: una nell’Impero Austroungarico e l’altra nel Regno d’Italia.
La mostra è stata anche onorata della visita di uno storico di West Point che nel libro degli ospiti ha voluto sottolineare la valida presentazione degli eventi durante il 1914 in Galizia.
Il prof. Giovanni Picco Presidente Regionale dell’A.N.M.I.G. del Friuli Venezia Giulia in questa occasione ha interessato anche il sindaco di Capriva del Friuli dove si trova una interessante opera firmata Edmondo Furlan e sconosciuta ai piu’, affinché questo capolavoro venga conservato e riprodotto in calco da cui ricavare il bronzo come era desiderio dell’artista che l’aveva dedeicato all’alpino che si trovava al fronte carnico.