Simone Sirica l’ultimo socio combattente di Sarno

9 Aprile 2019, pubblicato da

All’età di 100, ci ha lasciato nel sonno l’ultimo invalido di guerra della sezione ANMIG di Sarno (SA).

Il triste evento è stato comunicato dai familiari al Presidente della locale Sezione, Gerardo Caringi, che oltre ad esprimere la sua infinita tristezza, ed il cordoglio dell’intera sezione per la scomparsa dell’ultimo veterano sarnese  ad aver combattuto nella seconda guerra mondiale, ha assicurato la presenza della bandiera sezionale a testimonianza della partecipazione di tutti i soci.

Simone Sirica, nato nel Comune di Sarno il 24 dicembre dell’anno 1919, del distretto militare di Salerno, matricola 15837, viene lasciato in congedo illimitato il 28.02.1939.

Il 14.03.1940, quando l’Italia si appresta ad entrare nella seconda guerra mondiale, il soldato Sirica Simone indossa nuovamente la divisa, lasciando a casa il suo intero nucleo familiare.

Il giorno successivo è immediatamente inviato a Novi Ligure, in territorio dichiarato in stato di guerra, in forza del 1° Regg.to Genio Minatori del Genio di stanza a Novi Ligure.

Tra i suoi ricordi cartacei, per la sua fattiva partecipazione militare alla campagna di guerra del 1941, si legge che il geniere Sirica, “ha partecipato alle operazioni di guerra svoltesi sul fronte albano – greco – jugoslavo dal 28 ottobre 1940 al 15 febbraio 1941 e dal 23 febbraio 1941 al 23 aprile 1941”; Inoltre la determinazione pervenutagli con prot. 1593 a firma del Colonnello Comandante del Distretto Militare di Salerno, riporta una Croce al Merito di Guerra “conferita in riconoscimento dei sacrifici da Lei sostenuti nell’adempimento del dovere in guerra “.

La sua morte segna la fine di un capitolo molto importante della storia di Sarno e rappresenta l’ultimo collegamento a coloro che servirono nel secondo conflitto mondiale.

Si è chiusa quell’intera generazione a cui rivolgiamo un grande sentimento di gratitudine: oggi se viviamo in un Paese libero, lo dobbiamo a queste persone. Hanno combattuto e si sono sacrificati perché le future generazioni potessero vivere in pace e prosperità.