Foligno, Cassese e Modigliani alla chiusura celebrazioni della Grande Guerra
FOLIGNO – “ Perché non si debba dimenticare gli orrori di due guerre mondiali”. Questo è stato il messaggio lanciato dall’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra di Foligno con la Conferenza di chiusura delle celebrazioni del Sodalizio relative al Centenario della Prima Guerra Mondiale, e non solo, svoltasi il 17 dicembre 2018 alle ore 10.00, presso la Sala Conferenze di Palazzo Trinci. Mattinata intensa e piena di suggestione con relazioni di personaggi di alto spessore e testimonianze particolarmente toccanti. A dare il via ai lavori la Presidente Fiorella Agneletti con il saluto alla bandiera italiana sulle note dell’inno nazionale nella Sala gremita di studenti di tutti gli Istituti Superiori della città, docenti, rappresentanti istituzionali, associazioni combattentistiche, autorità e cittadini. Quello di oggi – afferma Fiorella Agneletti – è un appuntamento molto particolare e significativo in quanto cento anni fa ci ha visti vittoriosi di una lunga e sanguinosa guerra. Il 4 Novembre 1918 a Villa Giusti, fu firmato l’Armistizio che sancì la fine del conflitto armato.
Nell’ambito della conservazione e trasmissione della memoria, prima finalità dell’ANMIG, la Presidente ha ricordato, per l’occasione, anche l’attività del Progetto Pietre della Memoria nell’ambito del quale viene bandito in Concorso “Esploratori della Memoria” con la partecipazione delle classi di studenti di ogni ordine e grado non solo regionale ma anche nazionale per l’impegno a reperire documenti, cimeli, a fare interviste ai nonni ancora in vita in grado di raccontare la propria esperienza in guerra. Significativo il saluto della Vice Sindaco di Foligno prof.ssa Rita Barbetti, sempre presente e sensibile alle tematiche della cultura della memoria ringraziando gli studenti presenti per l’attenzione alla materia in trattazione perché rappresenta l’essenza di un terreno fertile per costruire un futuro migliore ed una società migliore.
Le interessantissime ragioni sulle cause ed effetti che hanno scatenato e prodotto le due guerre mondiali sono state descritte dallo storico prof. Emilio Cassese della Sapienza di Roma.
I nostri soldati hanno dovuto affrontare, combattendo con tutte le loro forze fino ad arrivare alla Vittoria in situazioni di combattimento difficili e di sofferenze inaudite con profonde conseguenze sociali ed economiche sia nei paesi vinti che in quelli vincitori. Questa fu, appunto, la Prima Guerra Mondiale che provocò milioni di morti. Ma non bastò, perché a distanza di circa un ventennio scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Quest’ultima viene ricordata anche per la Shoah, termine ebraico con il quale viene indicato lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista.
Di un interesse particolare è stato l’argomento trattato dal Ten. Col. Nicola Toti dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito di Roma che ha illustrato con grande capacità il delicato argomento degli armamenti delle due guerre mondiali nella loro evoluzione tecnologica ed il conseguente progresso degli stessi. Ancora grande interesse e forti emozioni hanno suscitato le due testimonianze dei sopravvissuti. Quella trattata dal Moderatore prof. Aroldo Bargone è entrata nei particolari aspetti delle disumane vicissitudini di vita vissuta nei lager di Wietzendorf e di Unterlüss dal sopravvissuto alla fucilazione di Michele Montagano, oggi novantottenne. Il suo diniego di Ufficiale internato (IMI) insieme a quello di altri 43 del suo gruppo, ad essere impiegato ai lavori coatti, reclamato agli effetti della Convenzione di Ginevra del 1929, fu un atto di puro eroismo. Infatti per motivazioni da individuare, la decisione della commutazione della fucilazione in prigionia a vita da “civile” e non più da “Ufficiale” decisa dalla Wermacht, determinò per questi dissenzienti condizioni di vita inimmaginabili e strazianti delle quali il Moderatore ha letto alcuni momenti. L’impossibilità a partecipare di persona all’evento di Michele Montagano è stata comunque occasione per celebrare, anche con un’intervista filmata, la sua figura di pluridecorato e di grande rilievo sia nazionale, sia internazionale.
Altra testimonianza particolarmente interessante e toccante è stata quella del prof. Enrico Modigliani della Comunità Ebraica di Roma e Presidente Nazionale del “Progetto Memoria” che ha parlato del genocidio del popolo ebreo e la fortuna, nonostante tutto, di essere scampato insieme ad alcuni suoi familiari al rastrellamento nazista del ghetto di Roma. Una testimonianza indiretta in quanto Modigliani ha appena superato gli ottanta anni e all’epoca era appena un bambino, supportata da una serie di immagini proiettate su schermo che hanno reso evidente la storia da lui stesso raccontata.
A conclusione la Presidente Agneletti ha formulato l’invito ai giovani ed agli studenti di conoscere la storia e soprattutto tramandare la storia nei valori, la civiltà e la cultura che l’ANMIG si prodiga tenacemente a dimostrare che c’è ancora qualcuno che ricorda uno “scalino” importante per la Storia italiana.