ANMIG MASSA CARRARA: IL GIORNO DELLA MEMORIA 2024

29 Gennaio 2024, pubblicato da

Lunedì 22 Gennaio alle ore 10,00, nell’ambito delle manifestazioni per il “Giorno della Memoria”, l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MUTILATI ED INVALIDI DI GUERRA E FONDAZIONE della SEZIONE PROVINCIALE DI MASSA CARRARA ha incontrato gli studenti del Liceo Classico Statale “P. Rossi” di Massa e gli insegnanti alla presenza di numerose autorità, nella Sala della Resistenza del Palazzo Ducale.

Giornata che fu istituita, con una legge dello Stato per ricordare, da una parte l’abbattimento dei cancelli di AUSCHWITZ, avvenuto il 27 Gennaio 1945 e per non dimenticare  la Shoah, (vale a dire la persecuzione, la deportazione, la prigionia e lo sterminio dei cittadini ebrei) dall’altra tutti coloro che si opposero, pur in campi e schieramenti diversi, a quel folle progetto di genocidio, non esitando a salvare altre vite e a proteggere in condizioni difficili i perseguitati, anche a rischio della propria vita. La memoria dell’Olocausto deve essere tenuta viva, perché la storia che si dimentica si ripete. Questo è il significato del “Giorno delle Memoria”: ricordare gli orrori del passato, affinché non possano più ripetersi. L’odio, il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza producono solo morte, sterminio, dolore. Ricordare, oggi, quel giorno e quel periodo storico vuol dire cercare di capire il perché di tanto orrore, di tante vittime innocenti, di tanti delitti perpetrati, di tanto silenzio e di tanta indifferenza da parte di chi sapeva.

Tuttavia oggi abbiamo pensato di parlare di un argomento molto attuale e che tra i molti temi che infiammano l’arena pubblica del nostro paese manca, pesante come un macigno e gravido di conseguenze evidenti sulla nostra vita. La colonizzazione e migrazione. Quando in Italia si parla dell’eredità coloniale dell’Europa si punta spesso il dito sull’imperialismo della Gran Bretagna o su quello della Francia, ma si dimentica volentieri di citare il nostro paese, benché il colonialismo italiano sia stato probabilmente il fenomeno di più lunga durata della nostra storia nazionale. Ma è una storia che non amiamo ricordare. Iniziata nel 1882, con l’acquisto della baia di Assab, la presenza italiana d’oltremare è infatti formalmente terminata solo il primo luglio del 1960 con l’ultimo ammaina-bandiera a Mogadiscio. Si è trattato dunque di un fenomeno che ha interessato il nostro Paese per ottant’anni, coinvolgendo il Regno d’Italia di epoca liberale, il ventennio fascista e un buon tratto della Repubblica nel dopoguerra, con chiare cadute successive, fino ad oggi. Vedi il fenomeno migrazione.  Eppure l’elaborazione collettiva del nostro passato coloniale stenta a decollare; quando il tema fa timidamente capolino nel discorso pubblico viene regolarmente edulcorato e ricompare subito l’eterno mito assolutorio degli italiani “brava gente”, i colonizzatori buoni, persino alieni al nazismo. Se la ricerca storiografica ha bene indagato il fenomeno coloniale italiano, a livello di consapevolezza collettiva, invece, ben poco sappiamo delle nazioni che abbiamo conquistato con la forza e ancora meno delle atroci violenze che abbiamo usato nei loro confronti nell’arco dei decenni. La storia dell’Africa è un grande tabù durante il periodo della colonizzazione, le nazioni europee si sono macchiate di crimini orrendi che non vogliono ricordare. Anche dopo l’indipendenza, il continente africano è rimasto vittima di un prelievo netto di risorse umane, finanziarie, agricole e minerarie. Per questo motivo l’interesse del dibattito sulle migrazioni è ormai incentrato sulle necessità dei paesi ospitanti: nessuno si interessa ai problemi dei paesi africani e degli altri luoghi di provenienza. In ogni caso, i flussi migratori continueranno ad interessare l’Europa, nonostante la politica di esternalizzazione, i veri e propri blocchi nel continente africano creati dall’Europa stessa. Nell’isola di Lesbo vivono 13 mila migranti in condizioni estreme, in Libia veri e propri lager hanno ridotto gli stranieri giunti dall’Africa sub sahariana in reclusi, vittime spesso di stupri, ricatti e torture. A Ceuta, piccola enclave spagnola sulla costa settentrionale dell’Africa circondata dal Marocco, vi sono recinzioni di filo spinato e un vero e proprio centro di detenzione per i migranti che vorrebbero entrare in Spagna. Situazioni insostenibili che l’Europa e l’Occidente “civilizzato” non possono tollerare più a lungo.

L’intento di questa conferenza è sempre quello di fare i conti con il nostro passato per comprendere meglio il nostro presente e costruire meglio il futuro. Ricordare anche queste vicende lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai giovani verso i quali il nostro compito è di trasmettere la conoscenza della storia, affinché mantengano la memoria facendosi portatori di pace. Nella circostanza, il Dottor Bernard DIKA ci ha parlato di “COLONIALISMO E MIGRAZIONE”.

IL PRESIDENTE Euro GERINI