Assisi, al Convitto Nazionale convegno Anmig su “Conversazioni sulla Resistenza”

ASSISI – Il Cav Adriano Tofi, Presidente della sezione ANMIG di Assisi e Dirigente Nazionale del Comitato Centrale, ha organizzato e coordinato un Convegno avente come tema: “Conversazioni sulla Resistenza”. L’evento si è svolto il 27 febbraio 2025, presso la sala teatro del Convitto Nazionale “Principe di Napoli” di Assisi.
Relatori: prof.ssa Francesca Vignoli: “Le donne nella Resistenza”, Maggiore Generale Massimo Jacopi: “Decorati eccellenti di Assisi”, Vincenzo Labanca: “Le guerre del sud”,
Interventi: Cavalier Fiorella Agneletti: Direzione Nazionale ANMIG e Presidente della sezione ANMIG di Foligno; Prof.ssa Francesca Vignoli; Maggiore Generale Massimo Jacopi; Prof. Vincenzo Labanca. Hanno partecipato le classi IV del Liceo Scientifico e le classi II della Scuola Media annesse al Convitto.
La Prof.ssa Francesca Vignoli è stata la prima ad intervenire affrontando il tema “Le donne nella Resistenza”. Nata a Foligno, ha vissuto a lungo a Milano dove si è laureata in Lettere Moderne. In questa città ha collaborato con l’area di Storia dell’Arte della Garzanti Editore, nell’editoria e nella comunicazione in campo economico, assicurativo e manageriale. Si è trasferita ad Assisi nel 2002 collaborando con il Corriere dell’Umbria e con altre case Editrici. Attualmente è insegnante di sostegno nella Scuola Superiore di II grado. É responsabile dell’educazione dei Diritti Umani, della circoscrizione Umbria di Amnesty International e Presidente della sezione ANPI Valle Umbra Nord. Numerose sono le sue produzioni sull’architetto Alessi in Assisi. Ricordiamo anche il catalogo del Museo della Memoria di Assisi: “Noi siamo la nostra storia” e “Quaderni del Volontariato”.
Il ruolo delle donne nella Resistenza non è stato subito riconosciuto tant’ è vero che, al momento della Liberazione, esse vennero escluse dalle sfilate partigiane nelle città liberate. Dobbiamo aspettare gli anni ‘90 per capire quanto sia stato importante il loro ruolo. Le donne della Resistenza provenivano da ogni ceto sociale, ma tutte credevano fortemente negli stessi ideali politici, animate dal desiderio di giustizia e di uguaglianza e unite nella lotta al Nazifascismo. Erano giovani donne perlopiù in un’età ricompresa tra i 16-18 anni, non portavano armi per evitare di essere identificate come partigiane. Avevano il compito di fornire cibo, indumenti, denaro e nascondere i fuggiaschi. Spesso organizzavano proteste nei luoghi di lavoro e sabotavano il processo di produzione delle aziende. Le staffette di queste donne coraggiose ricoprivano chilometri a piedi, fatti in bicicletta o in corriera per fornire aiuto ai partigiani.
Sappiamo che 70.000 donne fecero parte dei “Gruppi di difesa della donna”, 80.000 ebbero funzioni di supporto, 35.000 furono delle vere e proprie combattenti. Alcune di esse che ricoprivano posizioni al Vertice delle organizzazioni subirono contestazioni addirittura dagli stessi Partigiani uomini, che non accettavano la presenza femminile tra le fila dei combattenti, perché non volevano riconoscere l’uguaglianza di genere e la parità dei diritti. La resistenza per le donne fu un’esperienza di crescita e consapevolezza. Durante il fascismo, infatti, esse rivestivano il ruolo di mogli e di madri e non godevano né di diritti né tanto meno di parità con l’altro sesso. L’adesione alla lotta partigiana fu un momento di rottura e di rinascita: l’occasione per riaffermare i propri diritti rivestendo un ruolo diverso, più complesso in seno alla società. Le donne che hanno ricevuto la medaglia d’oro al V.M. per le loro azioni durante la Resistenza sono state 19, le medaglie d’argento assegnate 17. Anche in Umbria molte donne si opposero al Nazifascismo, animate dal desiderio di libertà e di Democrazia. A una di queste, Walkiria Terradura, è stata attribuita la medaglia d’argento al V.M. e le è stata dedicata la sezione ANPI di Gubbio.
Il secondo relatore è stato il Maggiore Generale Massimo Jacopi che ha affrontato il tema dei Decorati eccellenti. Il Generale Jacopi si è distinto nell’ambito dell’Esercito per la sua brillante carriera, per i numerosi e prestigiosi incarichi ricoperti durante il servizio e per gli studi effettuati. È anche autore di sette pubblicazioni a carattere storico militare fra le quali citiamo: “I Decorati della città di Assisi”. Ha presentato in occasione del Convegno la storia di due Decorati: Luigi Masi e Giovanni Renzi. Luigi Masi nacque a Petrignano di Assisi nel 1814. Laureato a Roma in medicina, fu Deputato al Parlamento Nazionale. Ha ricevuto le seguenti decorazioni: Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia per “L’intelligenza e il valore con il quale prese e occupò Orvieto e Viterbo alla testa dei Cacciatori Volontari del Tevere”. Medaglia d’oro al V.M. per aver, alla testa di 4 battaglioni, aperto le comunicazioni tra la Marina e il Palazzo Reale, per aver conquistato con il fuoco e le baionette le barricate nella repressione dei disordini di Palermo nel settembre 1876. Medaglia d’argento per i “Benemeriti della salute pubblica”. Giovanni Renzi classe 1879, nato ad Assisi, Capitano di complemento Fanteria in congedo, maestro nel 1941 in una località di occupazione (Slovenia), durante una fase operativa delle nostre truppe, fu catturato insieme alla moglie e condotto verso un accampamento nemico. Durante il tragitto alcuni banditi lo aggredirono e uccisero la moglie. Fu torturato e seviziato perché si rifiutava di fornire informazioni al nemico. Fu condannato a morte e cadde sotto il plotone di esecuzione mentre intonava un inno alla Patria. Fu decorato con la medaglia d’oro al V.M. per essere stato un fulgido esempio di patriottismo.
Infine, è intervenuto il Prof. Vincenzo Labanca, docente di Discipline Economiche nella scuola Superiore e autore di 30 libri: molti romanzi storici di cui alcuni legati alla Basilicata, sua terra di origine, e anche un testo sulla vita di San Francesco. Il professore è anche uno studioso degli antichi popoli italici. Ha iniziato la sua esposizione parlando di Giuseppe Garibaldi e dell’impresa dei mille, mettendo in rilievo le difficoltà che l’eroe ha incontrato nel percorso di risalita dalla Sicilia verso la Penisola, causate dalle insurrezioni filo-borboniche e dai contadini che occupavano le terre anche in forma violenta. Ha poi spiegato ai ragazzi presenti che le guerre sono iniziate agli albori della civiltà, nel periodo Neolitico, quando l’uomo passò dalla vita nomade a quella stanziale costruendo i primi insediamenti. Fu allora che gli uomini iniziarono a difendere le aree su cui si erano stabiliti e ad intraprendere vere e proprie guerriglie nei confronti di coloro che ne minacciavano l’occupazione. Le guerre hanno sempre portato morte e distruzione e quelle di maggior impatto per le conseguenze che hanno investito trasversalmente la società nei vari secoli, oggi sono ricordate nei libri di Storia. Su sollecitazione del Cavalier Tofi, il professore ha parlato poi dell’origine degli Umbri, un’antica popolazione Italica che si è salvata dalle devastanti alluvioni che si sono verificate nell’Europa Centrale dopo l’ultima glaciazione, rifugiandosi sui monti dell’Appennino. L’etimologia della parola Umbro è infatti: “colui che si è salvato dal diluvio”. Dagli Umbri hanno avuto poi origine altri popoli italici quali: i Sanniti, i Sabini e i Sabelli.
Da ultima è intervenuta la presidente ANMIG di Foligno, Cavalier Fiorella Agneletti, che fa parte della Direzione Nazionale e del Comitato Centrale, incentrando l’attenzione su tre punti fondamentali: Che cos’è la Resistenza, Perché nasce, Come si sviluppa
La relatrice, dopo aver fatto una breve sintesi sulla resistenza partigiana, ha tracciato la storia di un socio storico dell’ANMIG, Antero Cantarelli, nato a Foligno nel 1917, sottotenente di Fanteria nel periodo antecedente l’8 settembre 1943. Dopo l’arrivo delle truppe alleate a Foligno Cantarelli diventa Comandante della Brigata Partigiana “Giuseppe Garibaldi”, prendendo parte al movimento di liberazione Nazionale. In un’azione contro le forze armate nazifasciste a Nocera Umbra, riporta una grave ferita al volto. Benché ferito combatte ancora come volontario nella Divisione Cremona, riportando un ulteriore ferita alla testa. Per il suo ardimento Patriottico gli viene conferita la qualifica di Partigiano Combattente dalla Commissione, riconoscimento dei Partigiani dell’Umbria. La relatrice si è soffermata poi sul ruolo che molte donne Partigiane dell’Umbria svolsero nella Resistenza, assumendo compiti rischiosi e affrontando scelte difficili. Fu in quel contesto che esse divennero pienamente consapevoli del fatto che non potevano continuare ad essere relegate al ruolo di madri e mogli. A tal proposito ha ricordato la storia di tre donne Partigiane: Britania Lupidi di Foligno, Giorgina Formina di Spello, Aurora Pascolini di Gualdo Tadino. Assieme ad altre donne esse sono state donne coraggiose, che accanto agli uomini, hanno partecipato alla causa Partigiana, figure emblematiche che hanno fatto la storia del nostro territorio. (Report Loredana Cianchetta, vice presidente sezione Assisi).