Dopo 70 anni incontri di Pace a Tarnova
Dopo settant’anni dai fatti della seconda guerra mondiale che li aveva visti schierati su fronti diversi, si sono riuniti i rappresentanti dei Mutilati ed Invalidi di Guerra italiani e sloveni. L’occasione è stata la cerimonia che annualmente i Mutilati sloveni tengono presso l’Ospedale Paula nellaSelva di Tarnova.
In questa cornice, è stato particolarmente ricco di significato l’incontro tra due soci Anmig i quali, ai tempi del secondo conflitto mondiale, si erano fronteggiati dopo l’8 settembre 1943, proprio in questi territori.
Michele Montagano di Campobasso, componente la Direzione nazionale Anmig, allora in servizio per lo stato italiano come guardia di frontiera, distaccato presso la caserma di Idria, ha avuto modo di conoscere Lino Felician di Trieste che, dopo l’armistizio, si era aggregato al IX Corpus jugoslavo nella famosa Brigata Fontanot, costituita esclusivamente da italiani.
Entrambi ricordavano la Selva di Tarnova per averla percorsa, in tempo di guerra, di notte e di giorno, senza un momento di tregua, con l’insidia di potersi trovare sotto il tiro del nemico in qualsiasi momento.
I loro racconti e le loro esperienze di quel periodo sono state raccolte in un volume che i due si sono scambiati, con quella stima e quel rispetto che nascono tra le persone che hanno condiviso eventi eccezionali.
Alla cerimonia erano presenti il Colonello Franc Anderlic, Presidente dei Mutilati ed Invalidi di Guerra del Litorale sloveno, oltre ad una nutrita compagine di soci dell’Associazione slovena; per la delegazione italiana dell’Anmig partecipavano Giovanni Picco Presidente regionale del Friuli Venezia Giulia oltre al Presidente regionale del Lazio Giorgio Busato e della sezione Anmig di Monfalcone Ermando Ferletic.
Questi, in un segno distensivo e di forte significato simbolico, hanno voluto essere presenti alla commemorazione che ha lo scopo di rendere omaggio ai caduti innocenti infoibati in una delle tante cavità ipogee che costellano il Carso, talmente tanto diffuse in queste zone da non essere stata identificata da alcun nome, ma solo dalle coordinate latitudinali e longitudinali (45°58’49.6232”/13°45’20.6184”).
Molto significativa anche la visita e l’omaggio al monumento che ricorda i 45000 soldati caduti su questa altura, presso il Parco memoriale NOB (Hudo Polje) posto alle porte di Gorizia e poco lontano dal Monte Santo, teatro di feroci scontri durante la Seconda Guerra Mondiale e che sono qui ricordati nel monumento dove sono indicati tutti i nomi dei caduti in ordine alfabetico e dove Gianni Riavec, presidente della Fondazione internazionale La Colomba Bianca, ha organizzato un evento di pace e di amicizia fra i Popoli.
Alla presenza di numerose autorità slovene, è stata scoperta la scultura ribattezzata “Bambino di pace”, frutto del lavoro della pittrice e scultrice Patricija Simonic raffigurante un bambino con la fiaccola della pace, che serve ad indicare la via verso un comune cammino di pace, ed è un richiamo ai valori trasmessi da uno dei poeti sloveni più importanti France Preseren come recita anche l’inno nazionale sloveno.
Il dottor Montagano, assieme ai bambini della Scuola elementare di Tarnova, ha deposto un mazzo di fiori ed una corona sulla sommità di questo colle, località fortemente simbolica da cui la vista spazia su tutta la pianura friulana sino al Piave ed al Montello verso ovest, sul Golfo di Trieste, la costa slovena ed istriana verso sud, la Selva di Tarnova ad est, con la corona delle Alpi a chiudere il panorama a nord, con la vista sul Monte Tricorno (Triglav) simbolo della Slovenia.
Significativo per i presenti è stato altresì l’incontro di tutti gli ex reduci nella dolina dell’Ospedale Paula, che i combattenti hanno voluto ricordare dando a questa struttura di fortuna il nome della giovane chirurga che ha curato i feriti che fra mille difficoltà venivano qui trasportati dai fronti di Idria e di Gorizia.
Dopo I’intervento del Sindaco di Idria e del Colonello Anderlic per l’Associazione dei mutilati sloveni,ha preso la parola il Prof. Giovanni Picco che ha ringraziato dell’invito ed ha ricordato come questi luoghi di confine abbiano dovuto sopportare enormi difficoltà e sacrifici sia nella prima che nella seconda guerra mondiale ed abbiano visto padri e fratelli combattersi su fronti contrapposti.
L’occasione di partecipare alla cerimonia organizzata dall’Associazione Mutilati Slovena, ha consentito al Presidente Montagano ed al Presidente Busato di visitare la storica sede dell’Anmig di Gorizia ed i luoghi di combattimento sul Carso, durante la Grande Guerra: il San Michele, San Martino, le Alture di Polazza e del paese di Doberdò.
Tutti hanno concordato sulla necessità di ricordare questi luoghi dove in molti sono caduti ed ancor di più sono rimasti gravemente feriti. Del resto sono stati proprio i feriti ed i mutilati nel corso dei combattimenti in queste terre che, nel 1917, hanno avuto lo spirito e sentito la necessità di fondare I’Anmig, organizzazione che tutelasse le legittime aspettative loro e dei loro congiunti.