Il centenario della sezione di Rovigo
Celebrazione del centenario della sezione di Rovigo
festa per i coniugi Galdino Bovolenta e Marta Pavani
Si è celebrato il centenario della sezione Anmig di Rovigo, nata il 29 settembre 1918.
Il presidente Giorgio Fantato, dopo aver salutato il presidente nazionale prof. Claudio Betti, le autorità e vari presidenti del Veneto, ha festeggiato Galdino Bovolenta, ferito in territorio croato e socio storico con i suoi 96 anni, accompagnato dalla moglie Marta Pavani, consegnando loro, insieme con Claudio Betti, la medaglia del centenario Anmig.
La medaglia coniata per i festeggiamenti, opera di Chiara de Chiara, mostra come la grande guerra mise in crisi i ruoli tradizionali maschili e femminili nell’equilibrio sociale di quel tempo, e nell’ incisione è dato risalto sia alle donne subentrate nei luoghi di lavoro agli uomini destinati al fronte, sia alla sofferenza comune e alla fraternità fra commilitoni, che cementarono così il senso di appartenenza alla nazione.
L’eroismo del soldato sta nel provare compassione e affetto nonostante gli orrori della guerra. E l’eroicità è anche delle donne e dei figli che reagiscono dando con il loro lavoro un sostegno fondamentale ai cari al fronte.
L’intervento del presidente provinciale ha sottolineato quanti soldati tornarono dal fronte con ferite, o malattie polmonari, per questo anche la sezione di Rovigo si costituì come punto di riferimento per tutti quelli che tornavano dal fronte e come aiuto per trovare una nuova sistemazione nel campo lavorativo, la parola del presidente nazionale che con dati e racconti precisi della prima e della seconda guerra mondiale ha catturato l’attenzione dell’ assemblea, sottolineando quanto il sacrificio delle giovani vittime ed il grande numero di mutilati e invalidi abbiano suscitato nella società del tempo l’esigenza solidale di far nascere un’istituzione che sapesse prendersi cura delle necessità dei reduci e delle famiglie duramente provate.
Esigenza fondamentale e irrinunciabile per l’Anmig rimane comunque l’obietivo morale e civile di tramandare alle generazioni future una memoria che diventi strumento del bene che scaturisce dalla pace tra i popoli perché non vada mai dimenticato e rimanga nelle radici e come fondamento di una società che sappia vivere con riconoscenza il sacrificio dei suoi soldati, capaci di costruire ponti di solidarietà e fratellanza fra tutti gli uomini.
Coinvolgente anche l’intervento del prof. Leonardo Raito, esperto storico, che ha completato l’ analisi di una popolazione povera e contadina obbligatoriamente coinvolta nelle guerre mondiali, profondamente segnata e poi trasformata dal cambiamento postbellico.
Anche il socio Paolo Celin ha commosso i presenti con la presentazione del libro “eroi dimenticati “ dedicato alle vicende del padre Beniamino.
I canti di guerra magistralmente interpretati dal coro Monte Pasubio hanno chiuso la celebrazione tra i partecipanti visibilmente commossi e grati ai propri genitori e a tutti coloro che si sono sacrificati per una pace che va difesa e salvaguardata per l’umanità intera.
Di Giorgio Fantato