Il IV Congresso Straordinario dell’Anmig
Nel grande salone “Lorenzo il Magnifico” presso il Grand Hotel Excelsior di Chianciano Terme, il 27 giugno 2023 si è svolto il IV Congresso Straordinario della nostra Associazione, convocato al fine di rendere più snello ed attuale lo Statuto sociale.
La sera precedente una folta delegazione rappresentante la nostra Associazione ha deposto un omaggio floreale ai piedi del monumento ai Caduti di via Dante insieme con il sindaco di Chianciano.
Con più di cento delegati intervenuti da altrettante sezioni, il Congresso si è aperto con l’Inno Nazionale, seguito dalla commossa lettura della Preghiera del Mutilato da parte di Gerardo Mauta. A seguire Marco Bartolomei ha suonato “Il silenzio fuori ordinanza”, emozionando tutti i presenti.
Il Sindaco di Chianciano, Andrea Marchetti, ha portato quindi alla nostra Associazione il saluto della graziosa cittadina toscana, congratulandosi con tutti i presenti per il duro lavoro e l’incrollabile dedizione con cui continuano a dare vita all’eredità morale e spirituale dei propri genitori e dei propri nonni. Il primo cittadino ha poi voluto ricordare l’importanza della memoria nel riaffermare la centralità dei valori della pace e della fratellanza: “Durante la messa in celebrazione del 25 aprile il nostro sacerdote ci ha ricordato che la pace non è solamente assenza di guerra, ma è anche volersi bene e cooperare insieme per un futuro migliore. È con questo spirito di unione che vi auguro buon lavoro”.
Di poi il Presidente Nazionale Betti ha voluto dedicare un minuto di raccoglimento per le vittime dell’alluvione in Emilia Romagna, accompagnato da un video riguardante le devastazioni subite da quel territorio. Le immagini hanno mostrato a tutti i congressisti una situazione drammatica, sia in termini di danni materiali che di perdite di vite umane: “La nostra Associazione si sente direttamente colpita al cuore, perché in quei territori risiedono i nostri soci, le nostre famiglie, i nostri rappresentanti, la nostra storia. Proprio per questo abbiamo voluto istituire un fondo di solidarietà, come espressione di vicinanza e d’amore in un momento così difficile, per far giungere il nostro contributo alla popolazione dell’Emilia Romagna”.
Betti ha poi proseguito: “L’incontro odierno ci permette di onorare la storia della nostra Associazione, un sodalizio che si andò formando nel lontano 1917 nella città di Milano in una corsia di ospedale, e che grazie ai suoi nobilissimi principi di solidarietà e di fratellanza si è mantenuto vivo e vitale, non disperdendo mai quegli ideali che l’avevano visto costituirsi. L’Associazione si è distinta in tutto il suo percorso per aver tenuto fede a quei valori fondanti quali la pace, la giustizia, la solidarietà, riuscendo a svilupparli all’interno della nostra grande comunità. La pace è stato il faro che l’ha illuminata per oltre un secolo e che l’ha resa sempre più grande, permettendole di assumere stabilmente anche la Presidenza della Confederazione fra tutte le Associazioni Combattentistiche e Partigiane”.
(questa la relazione del Presidente Nazionale nella sua versione integrale)
In seguito alla relazione del Presidente, Mario Marsili, socio storico dell’Associazione, sopravvissuto alla strage di Sant’Anna di Stazzema, ha portato la sua incredibile e drammatica testimonianza: “Mi chiamo Mario Marsili, sono Presidente della Sezione ANMIG di Versilia Nord, in Toscana. Io sono uno dei bambini superstiti dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Come sicuramente saprete, a Sant’Anna di Stazzema è avvenuto una delle più terribili stragi della Seconda Guerra Mondiale. Sono state ammazzate e poi bruciate 560 persone, di cui circa 130 bambini. Mio padre era militare, prigioniero in Russia. Con mio nonno, mia madre e una sorella con due figli maschi, eravamo residenti a Pietrasanta: per paura di un rastrellamento, ci spostammo a Sant’Anna di Stazzema, un paesino apparentemente tranquillo. Il giorno prima dell’eccidio noi bambini giocavamo nella piazza della chiesa a fare il girotondo, la mattina successiva un plotone delle SS tedesche, guidati da alcuni italiani fascisti, circondarono il Paese alla ricerca dei partigiani. I partigiani però non c’erano: nel paese erano rimasti soltanto donne, vecchi e bambini. Alle ore 6 circa del mattino si sentirono dei colpi alla porta di casa: erano i tedeschi, ci portarono in una stalla insieme a un’altra decina di persone prelevate dalle case vicine. Io ero in braccio alla mia mamma, aveva gli occhi smarriti, non sapeva cosa poteva accadere. Pensò solamente a me: dietro la porta d’ingresso c’erano due sassi sporgenti che formavano una nicchia; mi mise a cavalcioni tra questi due sassi e mi disse di non muovermi per nessun motivo: rimasi lì circa otto ore. Cominciarono a sparare sui civili inermi con fucili e mitragliatori, poi iniziarono a bruciare tutto con i lanciafiamme. Nella stalla regnava la morte. Mia madre, per evitare che un tedesco si avvicinasse alla porta d’ingresso dove io ero nascosto, cercò di attirare su di sé la sua attenzione: prese lo zoccolo, lo lanciò contro il carnefice, lo colpì e venne uccisa immediatamente. Morì davanti ai miei occhi, salvandomi la vita, sacrificando la sua. Avevo solo 6 anni. Per questo gesto eroico, mi hanno concesso al Quirinale il 25 aprile, giorno della Liberazione, questa medaglia d’oro al valor civile che porto al petto. I soldati tedeschi si ritirarono, convinti di aver portato a termine la strage, invece io ero ancora nella stalla, unico superstite. Ho riportato ustioni di terzo grado sul collo, sul braccio, su tutta la schiena: ero tutto nero. Nel primo pomeriggio, quando tutto era finito, i soccorritori sentirono i miei gemiti. Solo gemiti, perché non avevo più la forza né di piangere né di urlare. Mi presero e mi portarono in un pronto soccorso improvvisato. I medici del dissero che sarei morto da un momento all’altro perché avevo i polmoni scoperti. Invece una mia zia, sorella di mia madre, mi prese e mi portò in un convento di suore a Marina di Pietrasanta dove mi mi curarono con delle pomate e con degli unguenti. Mi fecero uscire dal tunnel. Dopo un po’ di tempo mi portarono di nuovo all’ospedale di Pietrasanta e sono stato lì circa un anno per far cicatrizzare tutte le ferite. La mia vita purtroppo è cambiata da quel terribile giorno, sia moralmente che fisicamente. Comunque oggi sono qui a raccontare a 85 anni gli orrori e gli errori della guerra. Mai più guerre, mai più guerre! Dovete sapere che noi superstiti di Sant’Anna abbiamo avuto giustizia e verità nel processo di La Spezia del giugno del 2005 in cui il procuratore capo, dottor Marco De Paolis, con il suo lavoro certosino, è riuscito a far condannare all’ergastolo 10 tedeschi rei confessi di aver partecipato all’eccidio. Purtroppo non hanno fatto nessun giorno di galera poiché ultranovantenni. Io non li perdonerò mai! E ora vengo a dire a voi, a voi che portate la mia voce alle nuove generazioni, che sappiano trarre da queste memorie un concetto fondamentale: mai più guerre! Ciò che io e altri anziani abbiamo vissuto e sofferto ci sprona a difendere con ulteriore determinazione la libertà, la democrazia e la pace, la pace, la pace!”.
Tutta l’Assemblea ha applaudito commossa alla testimonianza di Mario Marsili. Dopo questo emozionante racconto, si è passati alla fase dei lavori veri e propri.
Ai sensi dell’art. 19 dello statuto vigente, l’ufficio di presidenza del Congresso ha proposto un regolamento per lo svolgimento dei lavori congressuali, approvato all’unanimità, che prevedeva che ogni delegato, a prescindere dal numero dei soci rappresentato, avrebbe avuto diritto ad almeno un voto.
Si è passato poi all’approvazione delle due commissioni. La Commissione verifica poteri composta da: Mauta, Coacci, Franchi, Calzamatta e Caringi e la Commissione elettorale composta da: Betti, Delogu, Bonelli, Meschini, Fugazza.
La composizione delle due commissioni è stata ratificata all’unanimità.
A questo punto si è entrati nel vivo del dibattito congressuale con la lettura dello Statuto articolo per articolo da parte di Fiorella Agneletti.
Terminati gli interventi e le votazioni su tutti gli articoli dello Statuto, il Notaio Vittorio Occorsio si è collegato da remoto per validare il testo approvato dai presenti che è stato poi depositato presso gli organi competenti ed entrerà in vigore appena verrà da questi approvato.
Al termine dei lavori congressuali, i delegati si sono riuniti nella sala antistante per il pranzo: un breve momento di convivialità che ha ricordato a tutti i presenti che, aldilà delle possibili divergenze, l’Associazione è sempre stata e resterà per sempre una grande Famiglia.