Massa per il centenario dell’Anmig

1 Giugno 2017, pubblicato da

In occasione del Centenario dell’Associazione Nazionale, la sezione di Massa ha pubblicato il volume “La Bella Età. 100 anni fra Mutilati e Invalidi di Guerra – La Sezione di Massa” di Antonella A. Manfredi. Nella Sala della Resistenza, di fronte ad un folto pubblico, sono intervenuti il Prof. Mauro Fiori  ed il Sindaco Professor Alessandro Volpi, che ha colto gli aspetti storici della ricerca, evidenziando come la storia centenaria  della sezione massese, si configuri come uno specchio della società massese, dal Novecento ad oggi.
Correva, infatti, il 29 aprile 1917 quando, in una stanzetta nei pressi di Piazza S. Sepolcro, un nutrito gruppo di giovani mutilati ed invalidi di guerra decise di dar vita ad una delle più longeve associazioni della storia italiana, l’Associazione Nazionale tra Mutilati ed Invalidi di Guerra – ANMIG. Lo Statuto costitutivo era improntato su una serie di principi altamente democratici. L’Associazione si prefiggeva, infatti, di essere apolitica ed apartitia, ma soprattutto di assistere i propri soci e difenderne il diritto alla casa ed al lavoro.
Dal 1917 in poi, ANMIG fu al fianco delle Camere del Lavoro e delle altre organizzazioni sindacali nella difesa dei diritti dei lavoratori mutilati.
Con gli stessi principi, il 17 febbraio 1918, il Comitato Centrale riconobbe la Sezione di Massa, istituita per volontà di alcuni reduci invalidi, tra cui il tenente Ottavio Menzione, poi primo Presidente del sodalizio massese. Seguì poi la fondazione della Sezione di Carrara nel 1919 e delle sottosezioni di Aulla e Montignoso, nel 1920.
Il carattere filo-governativo di ANMIG  è stato il suo aspetto preponderante, insieme alla capacità di adeguarsi al corso della storia d’Italia, fino a plasmarsi con essa, con i suoi risvolti morali, sociali e politici, assorbendone tutte le contraddizioni e le conseguenze.
Pur professando la proprià apoliticità, ANMIG è stata spesso travolta dagli avvenimenti. Nata in un ambiente liberal-socialista, assoggettata al Fascismo, ha finito con l’avvicinarsi al Comunismo, seguendo l’onda del momento storico e le inevitabili ingerenze politiche e, nel caso di Massa, distinguendosi sempre per il relativo ritardo con cui si adeguò al generale corso degli avvenimenti. L’adesione al regime avvene definitivamente nel 1925, con la gestione Pachetti, uomo di fiducia, inviato da Siena a Massa appositamente per operare quella “trasformazione degli spiriti” che sino ad allora non era avvenuta.
Alla fine del secondo conflitto mondiale, ANMIG fu commissariata dal Comitato di Liberazione Nazionale, potendo riprendere la propria attività tra il 1946-48.
La pesante eredità lasciata dal regime ha influito sulla storia e sul futuro dell’Associazione, facendo dimenticare alcuni aspetti che furono invece determinanti anche nella lotta di Liberazione.
Tra il 1943-1945, mentre il Direttivo centrale di ANMIG sceglieva di appoggiare i repubblichini di Salò, la gran parte delle sezioni dell’Italia centro-meridionale prese decisamente le distanze, sposando la causa della Resistenza. Tra queste anche Massa. Nel secondo dopoguerra, la ricostruzione dell’Associazione va di pari passo con quella della Repubblica Italiana.
Nello storico generale, la sezione di Massa si è connotata soprattutto come un sodalizio sociale, volto a migliorare lo status economico e culturale dei propri iscritti, attraverso l’assistenza a tutto tondo, facendo della difesa dei loro diritti e del loro posto di lavoro, uno dei suoi cavalli di battaglia.
Nella rosa dei personaggi che animarono l’Associazione, oltre al già citato Ottavio Menzione, tenente pilota e membro di una delle più note famiglie dell’alta borghesia massese, troviamo il poliedrico avvocato Guido Piovano, giovane interventista e mutilato di guerra, letterato imberbe dalle notevoli doti liriche, autore tra l’altro di “Lira Rossa”,  una raccola di versi sulla Grande Guerra; Emilio Berti, Claudio Ricci, Federico Pietro Mignani, deputato al Parlamento per il PCI, attivissimo nella vita pubblica ed amministrativa massese, nonché fondatore di Evam, Giorgio Alderani e l’attuale Presidente Andrea Lazzini, classe 1926, Partigiano combattente della formazione “Ceragioli”.
Il volume si conclude con alcune testimonianze dirette, tra cui quella di Giulio Bondielli, raccontata dal bisnipote Giacomo Bemi, e quella di Pietro Andreoni, Comandante del Distaccamento dei Vigili del Fuoco che, alla testa di 43 uomini, partecipò alla Resistenza affiancando i Gruppi Partigiani Apuani tra il 1944 ed il 1945.

Vice Presidente
Euro GERINI
Associazione Nazionale Mutilati ed
Invalidi di Guerra e Fondazione
Sezione Provinciale di Massa