Parola all’Anmig di Parma
Pubblicato il primo numero del giornale della sezione ANMIG di Parma “La Libera Parola”.
La Presidente Zobeide Spocci riferisce che l’idea di iniziare a pubblicare semestralmente un giornale sezionale nacque nel mese di marzo di quest’anno proponendo al Consiglio Direttivo, la possibilità, attraverso questa pubblicazione, di portare a conoscenza dei soci, degli aderenti alla Fondazione, delle sezioni consorelle e altri Enti pubblici e Associazioni, l’attività svolta dalla sezione Anmig di Parma, valutando l’importanza della visibilità sul territorio.
L’uscita del numero uno del giornale è slittata alla prima settimana di agosto 2014.
Perché questo titolo: “La Libera Parola”: dalle ricerche storiche d’archivio è emerso che nell’anno 1918 la sezione mutilati di Parma pubblicava per la prima volta il giornale “La Libera Parola”. Priamo Brunazzi e Fausto Melegari nella relazione di allora, scrissero “Noi avevamo bisogno di un nostro giornale. Difficilmente avremmo trovato in altri giornali ospitalità alle nostre idee“.
Oggi, dopo tanti anni, si è voluto riprendere il progetto editoriale di allora, non tanto per le difficoltà di farci conoscere o di pubblicare i nostri articoli sui giornali presenti sul territorio, anche se a dire il vero abbiamo trovato sempre molte iniziali incertezze e non tutte le nostre attività sono state pubblicizzate o pubblicate nonostante le nostre richieste, quanto piuttosto per far conoscere ai soci Anmig e aderenti alla Fondazione, l’attività della sezione di Parma; di essere quanto più possibile vicino ai nostri soci anziani, confermando che tante iniziative sono state e sono volte alla memoria. Altrettante iniziative sono state e sono, rivolte ai giovani con il chiaro e immutabile sentimento che la libertà non è una parola e non è dovuta, ma una conquista con l’impegno di ogni giorno.
Sui giovani riponiamo tutte le nostre speranze affinché regni la giustizia e non si abbia più necessità della guerra “legge che la natura posta eterna tra padrone e schiavo che vuole spezzare le sue catene“. (P.Brunazzi)