Perugia, alla festa del XX Giugno 1859 e 1944 sventola la bandiera dell’Anmig
PERUGIA – La città ha festeggiato il XX Giugno, una «giornata di memoria e riflessione» e data simbolo per «le vicende del 1859 e del 1944 che ci parlano ancora» e «sono intrise dello spirito di sacrificio e dell’amore profondo per la libertà e per Perugia». L’ha sottolineato nel suo intervento il sindaco Andrea Romizi, che ha parlato di «sentimenti da rinnovare ogni giorno e che devono spingerci a non cedere mai alle divisioni di parte per ritrovarci sempre uniti quali figli di questa città». La cerimonia si è aperta a Borgo XX Giugno con la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti del XX Giugno 1859, testimonianza del contributo di Perugia alla causa dell’unità nazionale, e alla vicina lastra commemorativa che ricorda l’ingresso delle truppe alleate a Perugia nel 1944, voluta dal Comitato costituito per il 75° anniversario della Liberazione della città di Perugia dal nazifascismo.
Analoga cerimonia alla lapide in memoria dei patrioti fucilati nel 1944 dai nazi-fascisti al poligono di tiro e al monumento a ricordo delle vittime di tutti i genocidi, in piazzetta Puletti. Tanti i cittadini presenti unitamente alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. L’Anmig, che ha preso parte con la propria bandiera a tutte le tappe della celebrazione, è stata rappresentata dal vicepresidente della Sezione di Perugia Fausto Rosati. Presenti anche i consiglieri Riccardo Gasperini e Mauto Brachelente. A Borgo XX Giugno hanno animato la celebrazione i bambini del coro della scuola Primaria XX Giugno, che hanno cantato anche l’Inno di Mameli prima dell’intervento del sindaco Romizi, alla sua ultima cerimonia del XX Giugno da sindaco. «Nella solennità di questa giornata, un sentimento di particolare riconoscenza sento di dover rivolgere a tutti i miei concittadini che hanno voluto concedermi il grande privilegio di servire questa città, la città del XX Giugno». Il sindaco ha ripercorso i giorni del 1859 «decisivi per la storia recente della nostra città e anche per la storia del Risorgimento nazionale», citando la grande partecipazione popolare e, guardando ad oggi, una «comunità forte e valorosa» che ha meglio conosciuto durante il suo doppio mandato. «I perugini di oggi, come quelli di ieri, di quel 1859 che ogni anno in questa data ricordiamo, sono tenaci, valorosi, coraggiosi e volenterosi. I fieri rappresentati di una comunità piena di ideali, ma al tempo stesso solida e concreta». Marcato più volte anche l’amore per la città e il ruolo di «custodi di un territorio che sappiamo essere il più prezioso degli scrigni». Da qui il «grazie ai perugini di ieri e ai perugini di oggi. Per ogni gesto, ogni azione, ogni attestato d’amore». L’intervento del sindaco è stato il primo dei due momenti centrali della celebrazione, che si è chiusa alla sala dei Notari, dove Carlo Pagnotta, papà di Umbria Jazz, è stato per quest’anno l’unico iscritto all’Albo d’Oro della città. «Questa onorificenza è più per la manifestazione che per me, per chi lavora tutto l’anno per Umbria Jazz», ha detto Pagnotta che ha ricordato, nel suo breve intervento, Adriano Mazzoletti ed Alberto Provantini.