Terni, mostra “Patrioti”: i ternani sul fonte della prima guerra mondiale
TERNI – Un interessantissima mostra intitolata “Patrioti” si è aperta oggi, 1 Novembre, presso la sede della sezione A.N.M.I.G. di Terni. In occasione del centenario, l’Anmig ha voluto ricordare i ternani sul fronte della Grande Guerra esponendo nella propria sede storica di via Cesi cimeli, uniformi, medaglie, equipaggiamenti, pezzi unici in perfetto stato di conservazione. La mostra, patrocinata e inserita e patrocinata dal Comune di Terni nelle celebrazioni del IV Novembre, é stata allestita dal presidente della sezione Anmig di Terni Andrea Corvi, dal suoi vice Gianluca Procaccini con l’apporto dei soci della sezione. Alla presentazione sono intervenuti il sincaco di Terni Leonardo Latini, il presidente Regionale dell’Anmig Remo Gasperini e il professore emerito di medicina Adolfo Puxeddu, past preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia. Puxeddu è autore del libro “I fanti umbri della Brigata Sassari sul fronte del Carso” che sarà al centro di un incontro (sempre nella sede della mostra) alle ore 17 di sabato 10 novembre. I reperti in mostra sono il frutto di un’opera di raccolta e catalogazione che dura da anni e il loro valore storico è di grande interesse. Tra le rarità anche un altarino da campo che la sezione di Perugia ha prestato per l’occasione alla consorella di Terni.
La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre. La casa del Combattente di via Cesi sarà aperta al pubblci il martedì e il venerdì dalel ore 9 alle 12, e il sabto dalle 16 alle 18. La sede storica dell’Anmig sarà visitabile su prenotazione (contati al numero 389 129 2632) anche dalle scuole.
Di seguito l’intervento del vice presidente della sezione di Terni Gianluca Procaccini
L’ armistizio di Villa Giusti non rappresentò soltanto la fine di un conflitto sanguinoso, ma fu anche l’ideale traguardo di un lungo percorso risorgimentale che unificò l’Italia come Stato e come Nazione. Si tratta di un processo, culminato con la nascita del Regno d’Italia, che affonda le sue radici negli anni 20 dell’Ottocento, ricchi di fermenti romantici ed ideali rivoluzionari che ispirarono e spronarono gli animi di patrioti come Garibaldi, Mazzini, Pisacane, Manara, i fratelli Bandiera e Mameli durante le Guerre di Indipendenza.
Un paese di 22 milioni di abitanti che, all’epoca, era composto da una società ancora fortemente eterogenea, attraversata da profonde contraddizioni storiche, economiche, ideologiche e culturali.
Al riguardo, fu proprio l’Esercito che giocò un ruolo cruciale nella creazione di una coscienza comune, plasmandola nelle trincee del Carso e del Grappa e sulle sponde del Piave, attraverso una quotidianità precaria, fatta di sangue, paura, costrizioni e sacrifici, ma anche di profonda generosità, fratellanza e cameratismo.
Un identità che con il sacrificio di 650.000 uomini, prese forma-giorno dopo giorno- attraverso le usanze e i comportamenti della vita sotto le armi. Un conflitto, quindi, determinante per forgiare i cittadini di una Patria, giovane e antica allo stesso tempo, che fieramente si riunì sotto il Tricolore. La Nazione che, dopo l’unità geografica, sfociò, nel manzoniano sogno di unione “ d’arme, di lingua, di altare, di memorie, di sangue e di cor”.
Patria, Italia Madre, è tornata a far parte del linguaggio quotidiano
solo da una ventina di anni grazie al Presidente Ciampi, che fece della parola “Patria” la bandiera del suo settennato, al suo insegnamento si sono ispirate tutte le iniziative svolte dall’ANMIG
in questi cinque anni dedicati al Centenario della prima guerra mondiale 1914-2018. Iniziative che hanno visto collaborare l’ANMIG con numerosi comuni della provincia e della regione, con l’Archivio di Stato, con gli Istituti scolastici, con il Polo di Mantenimento Armi Leggere dell’Esercito, ed il Centro di Reclutamento Nazionale dell’Esercito Caserma Gonzaga di Foligno e le Associazioni consorelle. Particolarmente importante per l’Associazione è stata la celebrazione del suo Centenario di fondazione avvenuta il 29 aprile del 1917. Attraverso convegni, giornate di studio, concorsi riservati alle scuole di ogni ordine e grado, visite culturali come quelle al Vittoriano e alla Casa Madre dei Mutilati d’Italia, presentazioni di divise storiche dell’ Esercito Italiano sono stati affrontati i vari aspetti della partecipazione della città di Terni al conflitto. Dal ruolo della Società Terni, a quello della Regia Fabbrica d’Armi, da quello dello Iutificio Centurini a quello dello Stabilimento di Papigno. Attenzione è stata presentata al ruolo della donna, mutato nella società a causa del conflitto, alla propaganda di guerra, al Corpo delle Crocerossine volontarie che si costituisce a Terni con il primo arrivo dei feriti dal fronte il 7/7/1915 ricoverati nei tre ospedali in funzione, Infermeria “Fratelli Cairoli”, Caserma “Brignone”,Caserma “Vittorio Emanuele”.
Negli ospedali, divenuti in seguito in numero di 5 (ai tre sopra si aggiunsero l’Ospedale “Del Seminario” e l’Ospedale del refettorio dei “Forni”), prestavano servizio 51 infermiere La loro abnegazione, il loro lavoro disinteressato,e privo di remunerazione, il loro senso del dovere, la loro presenza rassicurante, il loro altruismo costituirono un esempio apprezzato sia,dai malati che dalle gerarchie militari. A conclusione di questo percorso il Consiglio direttivo dell’Associazione ha inteso con la Esposizione che oggi presentiamo rendere onore ed omaggio ai combattenti ternani che hanno diviso pane e morte sul fronte della Grande Guerra ad iniziare dalle due Medaglie d’Oro al Valor Militare cittadine, il generale di corpo d’armata Elia Rossi Passavanti ed il generale Alceo Cattalochino.
In conclusione, nella Festa dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, lascio questa riflessione: secondo il “30° Rapporto Italia”, pubblicato a gennaio 2018 dall’Istituto Eurispes, il 67,8% degli Italiani (quasi 7 su 10!) è favorevole al ritorno dell’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole.
Lo stesso sondaggio evidenzia che nella graduatoria della fiducia degli Italiani verso le istituzioni svettano le Forze Armate, con un consenso che si attesta sul 70%, a testimonianza della fiducia che i cittadini ripongono verso i Militari e i loro valori fondanti, come modello cui ispirarsi.